Top 500 Treviso, la finanza straordinaria spinge la crescita del territorio

Ultima tappa di Top 500. Dal trevigiano palazzo Giacomelli storie d’impresa e analisi dei bilanci hanno dipinto una provincia effervescente, in particolare sotto il profilo delle operazioni straordinarie 

Paolo Possamai (direttore di Nordest Economia), Fabrizio Brancoli (direttore dei quotidiani veneti del gruppo Gedi) e Filippo Zagagnin (Partner Pwc)
Paolo Possamai (direttore di Nordest Economia), Fabrizio Brancoli (direttore dei quotidiani veneti del gruppo Gedi) e Filippo Zagagnin (Partner Pwc)

TREVISO. Territori resilienti, che hanno saputo tener testa ai contraccolpi della pandemia e continuare ad attirare investimenti. Questa è la provincia di Treviso fotografata da Top 500, l’evento in streaming trasmesso il 24 febbraio dal trevigiano palazzo Giacomelli - alla vigilia dell’uscita in edicola dell’omonimo inserito allegato alla Tribuna di Treviso -, che ha concluso i 7 appuntamenti organizzati da Nordest Economia insieme a Pwc per raccontare, numeri alla mano, le prime 500 aziende leader delle province venete e friul-giuliane.

Paolo Possamai, direttore di Nordest Economia
Paolo Possamai, direttore di Nordest Economia

«I numeri troveranno carne e storie nelle figure e nelle traiettorie di 4 imprenditori e 4 storie, tutti esemplari» ha detto Paolo Possamai, direttore di Nordest Economia, hub Gedi per i quotidiani di Veneto e Friuli Venezia Giulia, in apertura dell’evento, come detto l’ultimo di sette: «Se una cosa buona abbiamo fatto è mettere i protagonisti e le storie sul palco, consentire un punto d’incontro e auspicabilmente favorire l’emulazione, il rafforzamento del ceto dirigente, perché i primi soggetti del ceto dirigente, a Nordest, sono gli imprenditori».

«Numeri e storie – ha rilanciato il direttore dei quotidiani veneti del gruppo Gedi, Fabrizio Brancoli – sono la nostra traiettoria». 

Filippo Zagagnin, Partner PwC Italia
Filippo Zagagnin, Partner PwC Italia

Numeri, a sentire Filippo Zagagnin, partner di PwC Italia, che «ci hanno raccontato la resilienza dei territori, come le aziende sono ripartite nel 2021,come si sono mosse sui mercati. Abbiamo capito quanto questo territorio è attrattivo per gli investitori: la provincia di Treviso nel 21 è stata la più attrattiva, ma ha faticato e fatica ad attrarre talenti»

Le performance delle migliori aziende del territorio 

«Nel 2020 le Top 500 della provincia di Treviso hanno registrato ricavi aggregati consolidati pari a 30,8 miliardi – ha spiegato Moreno Mancin, ricercatore in Economia aziendale, professore aggregato di Bilancio dei gruppi e delle operazioni straordinarie all’Università Ca’ Foscari di Venezia -, in calo del 6,6% rispetto al 2019, un dato vicino all’andamento generale dell’economia che ha fatto segnare un arretramento del Pil del 9,1% a livello nazionale e del 9,3% in Veneto».

Il 61% delle Top 500 ha registrato un calo dei ricavi, «ma 195 aziende su 500 sono riuscite ad aumentare il proprio fatturato, anche in modo significativo: il 18% di queste è cresciuta del 10%, 9% di oltre il 20%» ha aggiunto Mancin sottolineando poi che l’utile aggregato delle Top 500 trevigiane è stato pari a 1 miliardo, +0,1 miliardi rispetto al 2019 (+16%) nonostante il calo del fatturato sopra evidenziato.

«Si tratta – ha detto ancora Mancin – di una crescita diffusa, visto che la quota delle imprese in utile è particolarmente elevata, pari all’83,8%. Da notare inoltre che nell’80% dei casi gli utili sono stati reinvestiti in azienda».

Il 2021 è stato un anno record in termini di operazioni straordinarie. E la provincia di Treviso in Italia ha giocato un ruolo da protagonista come ha raccontato Niccolò Cavina, Partner PwC Italia che si è concentrato sulle operazioni M&A -. Nell’anno sono state realizzate 36 operazioni, per un valore medio di 110 milioni a operazione, in crescita del 29% sul 2020. Di queste, 17 operazioni hanno avuto come target Treviso, 9 di queste con buyer estero, 19 hanno avuto la provincia come sede dei buyer (+36%) di cui 4 con target estero. I settori caldi? I primi due sono stati l’alimentare el e maccine industriali.

La sfida della finanza straordinaria

A dare un volto e una storia alle operazioni straordinarie sono stati gli imprenditori intervistati dal direttore Possamai nella tavola rotonda cuore dell’evento.

«Due anni fa – ha raccontato Fabrizio Bergamo, consigliere delegato di 3B SpA, aprendo il confronto – abbiamo deciso di managerializzare l’azienda. Siamo rimasti all’interno del Cda, siamo 4 membri della famiglia. Siamo passati dall’essere un’azienda familiare, che fatturava 180 milioni, a un’industria che oggi sta diventando gruppo, abbiamo fatto un’acquisizione e chiuderemo il 2021 a 280 milioni di euro il fatturato. Abbiamo molti progetti che dovrebbero concretizzarsi e portare il gruppo a crescere in modo sostanzioso».

Fabrizio Bergamo, consigliere delegato di 3B SpA
Fabrizio Bergamo, consigliere delegato di 3B SpA

Gruppo che opera nel campo del legno arredo e si candida ad essere un soggetto aggregante, ad aiutare il territorio a irrobustirsi. «Vorremmo offrire con il gruppo un pacchetto di prodotti completo e abbiamo nel mirino aziende che potrebbero completare questo tipo di offerta. Nei mesi a venire – ha annunciato Bergamo dal palco di Top 500 a palazzo Giacomelli - dovremmo riuscire a concretizzare qualcosa». «Pronti ad aprire il libro soci?» ha chiesto Possamai. «Non ci sono preclusioni – ha replicato Bergamo -, valuteremo quale sarà l’entità finanziaria di cui abbiamo bisogno per centrare gli obiettivi e far crescere il gruppo».

Dal legno arredo ai software. La svolta per la Eurosystem di Villorba risale invece al 2015. «Quando abbiamo deciso che dovevamo diventare visibili – ha svelato Gian Nello Piccoli, presidente e CEO di Eurosystem SpA -.Ci siamo iscritti al programma Elite e abbiamo cercato di crescere per aggregazioni. Questo ci ha aiutato a creare un gruppo interessante». Un gruppo che oggi vanta ricavi a 20 milioni di euro ma punta a crescere ancora. «Siamo un’azienda sartoriale – ha proseguito l’imprenditore -: eseguiamo lavori ad hoc per le aziende. La taglia però non è ancora quella corretta. Dovremmo arrivare a 30-35 milioni di euro di ricavi per essere un’azienda adeguata ai nostri clienti». Crescita che è nei progetti dell’azienda, che si dice per bocca del Ceo possibilista: sia ad aprire il libro soci che a quotarsi in borsa.

Il direttore Possamai al tavolo con Iris Letizia Rossetto (Virosac Srl) e Mariano Roman (Fantic Motor Srl)
Il direttore Possamai al tavolo con Iris Letizia Rossetto (Virosac Srl) e Mariano Roman (Fantic Motor Srl)

Le operazioni straordinarie e un partner finanziario sono stati invece le chiavi del cambiamento per Virosac, crasi dei nomi delle due famiglie azioniste, Virago e Rossetto, come ha spiegato Iris Letizia Rossetto, consigliere di amministrazione di Virosac. Produttrice di sacchetti, l’azienda ha come mercati di riferimento l’Italia e in particolare i settori horeca, gd e gdo. «Dai 31 milioni del 2012 l’azienda è arrivata a 46 milioni nel 2021. Il 2012 è stato un anno significativo: i soci hanno deciso di aprire il capitale per consentire un ulteriore slancio all’azienda. Abbiamo coinvolto un fondo di private equity, poi nel 2019 il fondo è uscito ed è subentrato un club deal con la famiglia che è rimasta nel capitale e anzi ha reinvestito in modo significativo. Nel 2021 poi abbiamo acquisito Rapid, un’azienda di Brescia, la nostra prima acquisizione».

A proposito di storie da raccontare e di progressioni tanto esplosive da lasciare increduli c’è la storia di Fantic Motor, raccontata dall’Ad Mariano Roman: «Siamo passati dagli 800 mila euro di fatturato e 6 dipendenti ai quasi 160 milioni di euro e 430 del 2021. Siamo partiti con una visione strategica che andasse oltre il solo segmento moto e verso la mobilità sostenibile. Prima con la bici elettrica, poi siamo entrati anche nella mobilità urbana, con monopattini e scooter elettrici. A gennaio abbiamo acquisito la Motori Minarelli dalla Yamaha».

Il direttore Possamai e Mariano Roman (Fantic Motor Srl)
Il direttore Possamai e Mariano Roman (Fantic Motor Srl)

Il piano? Arrivare a sviluppare mobilità elettrica, mobilità urbana, moto due e quattro tempi e motori. Con l’obiettivo di arrivare a 460 milioni di fatturato nel 2025». 

La stella di domani

Come in ogni Top 500 anche la tappa di Treviso ha avuto la sua stella di domani, scelta tra le startup più promettenti. Si tratta di SynDiag, spinoff del Politecnico di Torino che crea strumenti di ginecologia digitale per aiutare i medici nell’interpretazione oggettiva delle ecografie di controllo, avviando un percorso diagnostico anticipato e di qualità nella diagnosi e poi nella cura del tumore ovarico.

Rosilari Bellacosa cofounder SynDiag
Rosilari Bellacosa cofounder SynDiag

«Tumore – ha raccontato la cofounder Rosilari Bellacosa – per il quale tre quarti delle diagnosi sono tardive e causano un’elevata mortalità. La diagnosi precoce è l’elemento chiave per riportare le probabilità di sopravvivenza sopra al 90%».

Il futuro della Marca

L’intervista condotta dal direttore Brancoli al Leopoldo Destro, presidente di Confindustria Veneto Centro, che ha fatto calare il sipario sull’edizione 2021 di Top 500 non poteva non aprirsi dal conflitto tra Russia e Ucraina. «Una situazione molto complicata e una guerra da condannare senza se e senza ma – ha subito chiarito Destro rispondendo allo stimolo di Brancoli -, il primo pensiero è di solidarietà e va al popolo ucraino».

Ancora il leader di Confindustria: «E una guerra che capita dopo due anni di pandemia, incomprensibile per molti aspetti. I mercati hanno reagito nel peggiore dei modi, vediamo le dinamiche dei costi del gas, cresciuto del 30%, ma anche molte materie prime».

Fabrizio Brancoli con Leopoldo Destro
Fabrizio Brancoli con Leopoldo Destro

Per il Veneto sia Russia che Ucraina sono due partner importanti. «L’interscambio per il nostro territorio è superiore al mezzo miliardo di euro con la Russia e ai 150 milioni con l’Ucraina» ha precisato Destro. Messa solo momentaneamente parte la situazione russo-ucraina, l’attenzione si è spostata sull’asse portante della tappa trevigiana di Top, la crescita dimensionale delle imprese. «La pandemia ha generato effetti molto positivi sotto questo ambito basti ricordare le 200 operazioni M&A realizzate lo scorso anno in questo territorio. Operazioni figlie della credibilità del sistema Italia, del territorio del Nordest, della buona gestione della pandemia, della resilienza del territorio – ha detto ancora il presidente di Confindustria Veneto Centro -. Non ultimo, del ricambio generazione, che rende queste cose ancora più facili».

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