Top100, le previsioni del presidente Occhialini: «Da BancaTer sempre risposte alle imprese»
Saluta il 2020 come «un anno sorprendente» sapendo bene che la definizione potrebbe essere fraintesa. Si prende il rischio Luca Occhialini, presidente di BancaTer, l’istituto bancario nato ormai quasi tre anni fa dalla fusione delle Bcc di Manzano e di Basiliano. E lo prende perché in effetti, per la banca, è stato un anno irripetibile.
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«Speriamo unico – rincara la dose Occhialini – in tutta la storia della nostra banca e in quella del Paese. Come servizio essenziale, ci siamo fatti carico delle necessità dettate dal momento, abbiamo cercato di dare risposte finanziarie ed economiche sia alla comunità che alle imprese».
Presidente, la banca si avvia a chiudere il suo terzo esercizio, quali le previsioni a fine anno?
«Ante-Covid avevamo costruito un budget che abbiamo confermato mettendo a segno una raccolta che a oggi, quando manca oltre un mese al 31 dicembre, è cresciuta in modo molto importante, di ben 150 milioni di euro».
Effetto della pandemia sulle “finanze” di famiglie e imprese…
«La raccolta è aumentata da un lato per la riduzione dei consumi da parte delle famiglie, dall’altro per via della maggiore liquidità a disposizione delle imprese, grazie alle norme dello Stato, ma anche al rallentamento degli investimenti. A fine anno avremo quindi un segno più davanti alla raccolta, così come davanti agli impieghi, anche questi andati oltre budget».
Di quanto?
«Siamo a 85 milioni di euro e il dato non è direttamente correlato al Covid. Sulla pandemia abbiamo consentito moratorie, abbiamo sospesi di credito che si aggirano sui 55 milioni di capitale, mentre abbiamo erogato circa 135 milioni di finanziamenti: dai 74 milioni di Mediocredito centrale, per un totale di 1.150 posizioni inferiori a 30 mila euro e 300 superiori, ai 42 milioni di euro dei Confidi per arrivare alle nostre erogazioni che da inizio pandemia a oggi sono pari a 20 milioni di euro».
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Quale la destinazione dell’utile?
«La strada è segnata. Le politiche di bilancio indicate dalla Bce e recepite dalla nostra capogruppo Cassa centrale banca che poi le ha girate a noi ci obbligano ad accantonamenti importanti, molto prudenziali, che grazie al conto economico positivo riusciremo perfettamente a coprire. Attueremo la blindatura che ci viene richiesta dalla Banca centrale europea senza alcun problema».
Tornando alla pandemia, le banche, inserite tra i servizi essenziali, sono state in prima linea. Come avete vissuto questa investitura?
«Rispettando i protocolli in modo rigoroso nelle nostre 40 filiali, sia quelli del ministero della Salute che quelli di Federcasse, e se fino a qualche settimana fa eravamo riusciti a non registrare nemmeno un positivo significa che quei protocolli hanno funzionato. Oggi qualche contagio lo abbiamo, ma è residuale rispetto ai nostri 240 dipendenti».
Parliamo di futuro. Cosa si aspetta per il 2021?
«Credo che la grande liquidità immessa nel sistema, andata in buona parte alle imprese, consentirà al Paese e al Fvg di traguardare abbastanza tranquillamente il 2020 e che le conseguenze, per altro abbastanza probabili, emergeranno dalla seconda metà del 2021».
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