Top500 Belluno, dal ritorno in patria delle produzioni alla sostenibilità: i modelli Vitec, Pramaor, Epta e Mondiali di Cortina

“Lean practices” e “industria 4.0” non sono parole astratte, inglesismi vuoti, ma hanno permesso di riportare a casa produzioni che sembravano salpate per sempre verso il Far East, come accessori e componenti per smartphone che permettono di migliorarne le performance video, e oggi tutto ciò significa 400 posti di lavoro a Feltre

BELLUNO. Se “lean practices” e “industria 4. 0” vi sembrano parole astratte, inglesismi vuoti, sentite questa storia: hanno permesso di riportare a casa produzioni che sembravano salpate per sempre verso il Far East, come accessori e componenti per smartphone che permettono di migliorarne le performance video, e oggi tutto ciò significa 400 posti di lavoro a Feltre.

«Innovazione nel processo e digitalizzazione, sui quali abbiamo investito dieci milioni di euro negli ultimi cinque anni, ci hanno permesso di tornare a essere competitivi nei confronti dei produttori asiatici non solo nella qualità del prodotto, bensì anche dal punto di vista del prezzo. E produrre qui rispetto che in Cina ha vantaggi enormi per chi ha come mercati di riferimento quello europeo e americano».

Marco Pezzana, ad di Viatec
Marco Pezzana, ad di Viatec

A parlare è Marco Pezzana, presidente e amministratore delegato di Vitec Imaging Solutions, gruppo che ha rilevato Manfrotto e si è radicato tra Feltre e Bassano del Grappa. Pezzana è uno dei quattro ospiti del confronto che si è tenuto ieri a Palazzo Bembo in occasione dell’evento “Top500 Belluno”, moderato dal direttore di Nordest Economia, Paolo Possamai. Con Pezzana c’erano Alessandro Benetton, presidente di Fondazione Cortina 2021; Nicola Del Din presidente e ceo di Pramaor; Marco Nocivelli, presidente e amministratore delegato di Epta-Costan. 

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Dai Mondiali alle Olimpiadi
 
Quello di Belluno è un territorio che si è trovato a dover gestire l’organizzazione di un evento storico come i Mondiali di sci in piena pandemia. Da una potenziale catastrofe a un caso di scuola che può insegnare molto in vista delle Olimpiadi di Milano e Cortina nel 2026.
 
A raccontarlo è stato Alessandro Benetton, che la macchina organizzativa l’ha guidata. Quali sono gli ingredienti che hanno permesso di scalare una montagna totalmente avversa, se pensiamo alla situazione creata dal Covid?
 
 
«Gli ingredienti più importanti erano già in cucina: un territorio magnifico, persone straordinarie, tradizione con la Coppa del mondo di sci, bellezze, capacità di ospitare iniziata ancora nel ’56 con le Olimpiadi – ha spiegato Benetton – Nella difficoltà ha funzionato l’effetto palla di neve che era la cosa più difficile da creare, ma che ha convogliato gli sforzi in una direzione unica. Sapevamo che era l’occasione per dimostrare che il territorio e l’Italia ce la possono fare». Può essere vista come la prova generale per le Olimpiadi?
 
«Mi piacerebbe si continuasse lungo questa traccia di gioco di squadra, che ha portato a dati eclatanti in termini di benefici all’economia locale: il cinque per cento del fatturato del territorio è dipeso da questo evento, così come il quindici per cento degli investimenti in energie pulite. Sette aziende su dieci del territorio ne hanno beneficiato: ora le Olimpiadi possono essere un effetto volano strepitoso. Un aspetto importante è stato chiudere l’evento economicamente in pareggio, è il primo caso, con sostenibilità economica a braccetto con quella ambientale».
 
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Gli investimenti
 
Ma perché, torniamo a Vitec, una multinazionale con basi in New Jersey e Inghilterra investe a Feltre?
 
«Qui – spiega Pezzana – ci sono voglia di fare, di innovare, in tutti: lavoratori, partner, università, catena di fornitura, parti sociali: questo ci ha dato la certezza che investire qui avrebbe sicuramente dato un ritorno importante». Nicola Del Din guida la Pramaor, azienda con 11 milioni di euro di ricavi, all’avanguardia nell’utilizzo del titanio per l’occhialeria. «La sostenibilità è un elemento chiave. Mettiamo attenzione all’ambiente, alle persone, ai fornitori, che paghiamo a zero giorni. Positività, ottimismo e investimenti».

Marco Nocivelli, guida Epta, una multinazionale tra Milano e Brescia come origini, che ha però a Limana uno dei suo impianti principali. «Lo scoppio della pandemia ha generato un po’ di panico: freniamo investimenti, badiamo ai costi, pensavano in molti. La nostra reazione è stata diversa, abbiamo continuato i nostri investimenti nei prodotti e nelle attrezzature. Avevamo un impianto fotovoltaico al quale pensavamo da tempo, abbiamo deciso di continuare nonostante il periodo: è un investimento che dichiara che vogliamo stare qui sul territorio per i prossimi trent’anni almeno, le persone lo hanno capito, hanno messo la loro voglia di battersi». Prospettive? Epta cresciuta anche per acquisizioni.

«Siamo cresciuti negli ultimi dieci anni da 400 a 900 milioni di fatturato, per metà con una crescita organica, per metà tramite acquisizioni, modalità che è nel nostro dna. Nel 2013 unito azienda con quello che è il nostro attuale socio e costituito un campione che può competere sui mercati globali. Siamo disponibili a partecipare alla creazione di gruppi ancora più importanti, sarebbe bellissimo unire gruppi e diventare leader a livello mondiale».

 

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