Top500 Friuli Venezia Giulia, la produzione sale: più 8,1% ma ora serve avere visione
L’anno trascorso ha segnato in modo indelebile le imprese (e gli imprenditori). Per il Friuli-Venezia Giulia, i dati elaborati da Prometeia e Ufficio Studi PwC stimano nel 2020 una contrazione del PIL pari al -9,3%, di poco più negativa rispetto al dato nazionale (-8,9% secondo l’Istat).
All’interno di questo quadro, le province di Udine e Pordenone registrano numeri ancora più negativi, con una flessione rispettivamente del -9,6% e -9,4%; la provincia di Trieste invece una maggiore capacità di resistere alla crisi, con un calo pari al -8,4%.
Ciononostante, la situazione che abbiamo dovuto fronteggiare ha lasciato a chi si è misurato seriamente con essa una serie di spunti per la ripresa. Già a maggio del 2020, poco dopo essere usciti dal primo lockdown, PwC ha dato il via ad un ciclo di incontri, poi approdato su Sky con 12 puntate intitolate “Italia2021”, al quale hanno partecipato 80 ospiti di cui 22 amministratori delegati di aziende, 6 ministri, diversi giornalisti e rappresentanti del mondo associativo ed istituzionale.
Da queste riflessioni emerge chiaramente l’esigenza di fondare la ripartenza non su una serie di singole misure, ma su una visione complessiva. La prima priorità di investimento è rappresentata dall’adozione e implementazione di nuove tecnologie.
Su questo tema persiste un ritardo: secondo il Digital Economy and Society Index (Desi) della Commissione europea, l’Italia si posiziona al terzultimo posto in Europa per livello di digitalizzazione, con particolare criticità nell’area del capitale umano (dove occupiamo addirittura l’ultimo posto).
Occorrerà predisporre un piano di digitalizzazione per investire in progetti con alto moltiplicatore di Pil e occupazione. Azioni in tal senso contribuirebbero anche a un recupero dei livelli di produzione industriale: per il Friuli-Venezia Giulia le elaborazioni Prometeia-Ufficio Studi PwC stimano un calo del -12,6% (più pesante rispetto al -12,2% nazionale), con differenze però tra il -13,7% di Udine, il -13,3% di Trieste e il -11,3% di Pordenone; le previsione per il 2021 stimano un recupero del +8,1% a livello regionale, con Pordenone (+9,1%) più pronta alla ripartenza rispetto a Udine (+7,4%) e Trieste (+6,6%).
Un secondo punto prioritario per la ripartenza è rappresentato dagli investimenti in sostenibilità. Le grandi aziende hanno già adottato iniziative e strumenti legati alla sostenibilità in diversi ambiti della loro attività, come ha evidenziato un’analisi dell’Ufficio Studi PwC, condotta nel 2019 per l’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà.
La pandemia ha accelerato ulteriormente questo trend per la scelta della Commissione europea di legare i fondi di Next Generation Eu alla transizione “green”. Alle imprese è richiesto allora un cambio di paradigma. La sostenibilità non deve essere percepita come un costo o un insieme di “standard” a cui adeguarsi ma come un’opportunità per aumentare l’efficienza, sviluppare nuovi prodotti e servizi e differenziare l’offerta. Altro tema trasversale emerso dagli eventi Italia 2021 è quello delle infrastrutture. Il piano Next Generation Eu rappresenta in questo caso l’occasione per recuperare il gap infrastrutturale e logistico che l’Italia soffre rispetto alle grandi economie europee.
Il Logistic Performance Index della Banca Mondiale, infatti, posiziona l’Italia al 21° posto, dietro agli altri grandi Paesi europei per tutti i parametri considerati. Le infrastrutture sono centrali anche per sostenere la capacità delle imprese di affacciarsi sui mercati esteri. La pandemia ha determinato una rapida e inaspettata contrazione degli scambi commerciali: i dati Prometeia-Ufficio Studi PwC stimano un calo dell’export addirittura del -19,3% per la provincia di Udine e del -17,6% per la provincia di Pordenone (molto più pesante rispetto al -11,5% nazionale), mentre il territorio di Trieste riesce a limitare le perdite, pari al -3%.
Tuttavia, la capacità di competere in un mercato globalizzato rappresenterà una delle chiavi della ripartenza del Paese. D’altronde, nel 2021 si prevede un marcato recupero delle esportazioni non solo a Trieste (+8,6%), ma anche nelle Province di Udine (+8,7%) e Pordenone (+9,6%), Le esportazioni da sole non saranno però sufficienti a sostenere la tenuta economica e sociale del Paese. Il rilancio della domanda interna rappresenta un elemento fondamentale per salvaguardare il mantenimento dei livelli di occupazione e di benessere.
La risposta alla crisi non può allora prescindere da un prolungato supporto ai consumi delle famiglie, per i quali in Friuli-Venezia Giulia i dati Prometeia-Ufficio Studi PwC stimano nel 2020 una contrazione pari al -10,6% (più contenuta quindi rispetto al -11,1% nazionale), con differenze tra la provincia di Udine (-9,9%) e quelle di Pordenone (-11,0%) e Trieste (-11,8%); nel 2021 il recupero sarà solo parziale, con un +4,6% a Udine, un +5,2% a Trieste e un +5,7% a Pordenone (rispetto al +4,7% nazionale e il +5,2% regionale).
In una prima fase il sostegno ai consumi è avvenuto in maniera generalizzata, ma già a maggio era evidente che un sistema di incentivi a pioggia non si sarebbe potuto protrarre sul lungo periodo. L’investimento pubblico deve essere indirizzato selettivamente verso quei comparti capaci di generare un effetto moltiplicatore più alto sul PIL, prediligendo le filiere con prevalente impatto sulle produzioni “nazionali” rispetto a quelle a primario vantaggio sull’import.
Interventi in tal senso permetterebbero una migliore salvaguardia dei livelli occupazionali. Al momento, le elaborazioni Prometeia-Ufficio Studi PwC per il Friuli-Venezia Giulia stimano nel 2020 un calo dell’occupazione pari al -8% (più contenuto quindi rispetto al -9,2% nazionale), con un recupero del +3,7% nel 2021 (rispetto al +3,3% nazionale).
Guardando alle province, i dati di Udine e Pordenone risultano in linea con quelli regionali (rispettivamente -8,2% e -8,3% nel 2020; +3,6% e +3,4% nel 2020), mentre i numeri di Trieste risultano più incoraggianti (-7,6% nel 2020; +4,2% nel 2021) Riforme, progetti e priorità di investimento. Parole già sentite che devono essere tradotte in un piano credibile, sostenibile, monitorabile. La sensazione che emerge dai tanti partecipanti del ciclo Italia2021 è che questa può essere, finalmente, la volta buona. — (a cura dell’Ufficio Studi di PwC)
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