Top500 Treviso, la voce delle imprese: "Fusioni per competere, bisogna aggregarsi ai leader"
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TREVISO. Follow the leader. Se «aggregarsi per competere» suonava ormai come un ritornello trascinato da anni, la crisi da pandemia lo ha trasformato nel primo comandamento per molte imprese. Per le piccole e sottocapitalizzate, che devono cercare una sponda per reggersi in piedi.
Ma anche per le “top”, che in questo contesto possono cogliere opportunità di crescita tramite acquisizioni che non siano atti di cannibalismo, bensì azioni di sinergia con aziende più piccole, complementari, utili per acquisire competenze o nicchie di mercato.
Da Scarpa a Villa Sandi, esempi virtuosi in due settori in cui la parcellizzazione delle imprese è estrema, gli imprenditori sono consapevoli del fatto che in questo momento serve una svolta: le aziende devono saper fare da aggregatori. Ne hanno parlato Sandro Parisotto, presidente del Calzaturificio Scarpa, Paola Carron, consigliere delegato del gruppo edile che porta il nome di famiglia, Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi, e Nicola Cecconato, presidente e ceo di Ascopiave, nel confronto con Paolo Possamai, direttore di Nordest Economia, durante il live streaming “Top500, imprese controvento” da Palazzo Giacomelli.
Sportsystem
Il distretto montebellunese della calzatura sportiva è un caso emblematico: molte imprese, quasi tutte piccole – e con i conseguenti problemi di patrimonializzazione, soprattutto ora – ma con marchi forti e spesso leader nelle proprie nicchie di mercato, dall’alpinismo alle calzature per motociclisti. Il Calzaturificio Scarpa è un caso virtuoso: «Chiudiamo il 2020 con un fatturato il linea con il 2019, a circa 110 milioni di euro», dice Parisotto.
La sostenibilità, qui, significa anche la produzione di una scarpa «completamente biodegradabile, realizzata grazie a un lavoro di ricerca sui materiali durato due anni». Ricerca e sviluppo sono le stimmate dell’azienda leader: Scarpa può diventare un soggetto aggregante per altre piccole imprese?
«Ci sono aziende più grosse della nostra, ma ogni discorso va bene se si parla di creare e unire un polo che riesca anche a tutelare quel know-how del distretto che altrimenti si rischia di perdere.
Si possono aggregare aziende che siano complementari, che non si fanno concorrenza, sennò una delle due dovrebbe eliminare prodotti dal mercato».
Vino e territorio
Nella produzione vinicola la situazione non è molto diversa. «Due anni fa abbiamo acquisito un’azienda nel Collio friulano, completando l’offerta dei nostri prodotti oltre le bollicine – racconta Polegato – Altre acquisizioni potranno capitare in futuro. Da cinque anni abbiamo creato una rete di nove imprese in Italia con sinergie su promozione ed export: la forza di stare assieme fa la differenza».
Altra miniera da valorizzare è quella del turismo legato al vino, sempre con un occhio alla sostenibilità del territorio, un filo conduttore sul quale concordano Carron («più riqualificazione e meno nuovo cemento») e Cecconato: «Ascopiave investirà 118 milioni di euro sulle energie pulite, eolico, fotovoltaico e biometano soprattutto».
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