Top500 Venezia, Safilo, Santa Margherita, Rubelli e San Marco: la strada del rilancio è digitale

I quattro protagonisti dell’economia del territorio sono intervenuti ieri durante la tavola rotonda nell’evento “Top500 Venezia” moderata dal direttore di Nordest Economia, Paolo Possamai. Tradizione e modernità: nell'ibridazione di questi due mondi passa il futuro

VENEZIA. Le differenze probabilmente superano i punti di contatto, ma occhiali, vini, tessuti e vernici su un aspetto guardano decisamente nella stessa direzione: il futuro passa da un’inevitabile integrazione fra tradizione e modernità. La digitalizzazione ne è il binario.

Quattro storie diverse, quelle di Safilo, Santa Margherita, Rubelli e San Marco. Ma le parole dei protagonisti sono chiare, esplicite: chi non va da quella parte, non va da nessuna.

“Abbiamo un portafoglio ampio e in vari canali distributivi – spiega Beniamino Garofalo, a.d. di Santa Margherita gruppo vinicolo della famiglia Marzotto, sede a Fossalta di Portogruaro, fondata dal conte Gaetano nel 1935 – il nostro fatturato 2020 è arrivato a 172 milioni di euro, con una flessione dell’8,8%, positiva rispetto alle medie del settore. Il canale horeca di ristoranti e bar è stato fortemente colpito, la grande distribuzione invece ha performato meglio, con una crescita del 7,5% per il vino, performance che non si vedeva da 15 anni, cambiando le abitudini di consumo, anche per i giovani. Ci sono nuovi consumatori che vanno coltivati.

Un’accelerazione è quella relativa alla digitalizzazione: abbiamo messo al centro il consumatore, nel vino le aziende sono state troppo b2b, devono diventare più b2c. Non è solo e-commerce: il marketplace diretto è utile anche per comunicare la storia, l’heritage dell’azienda, e questo ci ha permesso di stare vicini ai nostri consumatori. Il sistema vino credo che su questo debba accelerare, nella negatività del 2020 questo è uno spunto da cogliere. E noi contiamo di tornare quest’anno ai livelli di fatturato del 2019. Siamo positivi, abbiamo solidità e forte presenza nei mercati in forte ripresa”.

Top500 Garofalo (Santa Margherita): "Siamo un mosaico enologico che vende in tutto il mondo"

Adattarsi alla pandemia, avvicinarsi al cliente. Per San Marco Group di Marcon, leader nella produzione e commercializzazione di pitture e vernici per l'edilizia, è lo stesso. “La nostra capacità di adattarci al cambiamento e modificare velocemente è stata fondamentale – spiega la vicepresidente Mariluce Geremia – a partire da iniziative commerciali verso i clienti come la consegna a domicilio dei nostri prodotti quando c’è stato un boom di pitturazione nelle case durante il lockdown”.

San Marco Group ha chiuso l’esercizio del 2020 con ricavi per 82,5 milioni di euro, in crescita del 3,5% sull’anno precedente. Negli ultimi 12 mesi l’organico è cresciuto dell’8%, con 26 nuove assunzioni in Italia, per un totale di oltre 300 dipendenti nel mondo, di cui 200 nella sede principale di Marcon.

Top500 Geremia (Gruppo San Marco): "Ci siamo adattati velocemente alla situazione con la consegna a domicilio e abbiamo chiuso in crescita"

“Diversificazione, multicanalità e prodotti innovativi sono stati la chiave per crescere anche in un anno come il 2020 – sottolinea Geremia – e il nostro piano industriale prevede un tasso di crescita medio del 12,5% all’anno nei prossimi tre, il 2021 soprattutto grazie ai bonus è partito fortissimo, +40%. Nostro punto di forza è l’italianità, che portiamo nel mondo, l’export vale circa il 40 per cento del nostro volume d’affari. Siamo un’azienda chimica, Venezia sta smantellando questo settore, noi crediamo nella chimica, non dev’essere una parolaccia, anzi, saremmo felici di un rilancio della chimica buona a Venezia e a Marghera. Per noi non è sempre facile attirare le competenze, dobbiamo inventarci modi nuovi che contemplino anche un piano di welfare all’avanguardia”.

I quattro protagonisti dell’economia del territorio sono intervenuti ieri durante la tavola rotonda nell’evento “Top500 Venezia” moderata dal direttore di Nordest Economia, Paolo Possamai. Tradizione e modernità, si diceva all’inizio. Andrea Favaretto Rubelli è l’erede di una lunghissima tradizione sin dal diciottesimo secolo, un suo antenato tingeva di rosso le vele della Serenissima.

Top500 Rubelli (Rubelli): "Se vogliamo restare i leader del sistema moda e tessile dobbiamo diventare sostenibili"

Oggi Rubelli è uno dei nomi più famosi al mondo nei tessuti d’arredamento di alta qualità: fatturato 2019 vicino ai 40 milioni, “poi il 2020 ha paralizzato il segmento dei tessuti per alberghi, navi, teatri per i quali produciamo i sipari, determinando un calo attorno al 30 per cento”. Futuro? “Siamo allenati a un metodo: per guardare al futuro dobbiamo guardare al passato. Considero la Rubelli un intreccio di tradizione e innovazione. Mi viene in mente la sfida dei decenni scorsi, che era quella della qualità dopo anni di quantità. Oggi è difficile fare meglio sulla qualità, la sfida si chiama sostenibilità, il mondo se n’è accorto quasi improvvisamente. Noi, veneziani, per la produzione siamo radicati nel principale distretto italiano, quello del Comasco. Siamo tra i più sostenibili, ma c’è ancora tanto da fare”.

Angelo Trocchia, amministratore delegato di Safilo, è rimasto “bloccato” in Brasile causa pandemia. “Noi siamo presenti in 40 Paesi, il Covid è cominciato a inizio 2020 con chiusura dei nostri uffici di Shanghai. Dal 20 febbraio tutta l’azienda in pratica è in smart working, a Padova lavora in presenza al massimo il 30 per cento dei dipendenti. Da queste crisi puoi uscire molto più debole o molto più forte, noi abbiamo deciso di spingere e investire come mai: due acquisizioni in Nord America, investimenti in digitalizzazione, nuova piattaforma di e-commerce per tutti gli ottici in Europa. Il 13% del nostro fatturato oggi deriva dall’e-commerce, un dato che è triplicato dal 2019. Ultimo ma non ultimo il tema della sostenibilità, abbiamo prodotto il primo occhiale con la plastica raccolta negli oceani”.

Il 2021? “Ci sono aree in sofferenza, Sud America, Korea, Giappone, Europa almeno fino a settembre, di contro abbiamo America e Cina che stanno volando, e il nostro portafoglio è molto sbilanciato sull’America dove cresciamo in doppia cifra. Guardiamo al 2021 positivi, l’unico punto di domanda è l’Europa”. Safilo, che ha una delle sue sedi produttive a Santa Maria di Sala, ha chiuso il 2020 con un fatturato di 780,3 milioni di euro, in calo del 15,2% rispetto al 2019.

“In un anno in cui l’e-commerce e il social/digital marketing hanno fatto passi da gigante in termini di rilevanza per i consumatori, anche il nostro approccio direct-to-consumer si è fatto sempre più importante”, spiega Trocchia, “Abbiamo integrato nel nostro portafoglio di marchi proprietari due brand digital-native recentemente acquisiti, Blenders Eyewear, che porta in dote una piattaforma molto avanzata di e-commerce, e Privé Revaux, brand in costante crescita sia offline sia online grazie a un modello di business fondato sulla forza del suo social marketing”.

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La redazione

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