Trasporti, Italia contro l’Austria: «Al Brennero limiti illegittimi»

Il governo Meloni scrive alla Commissione europea e chiede l’avvio della procedura di infrazione

Giorgio Barbieri
TIR SULLA BRENNERO OPERAZIONE LUMACA
TIR SULLA BRENNERO OPERAZIONE LUMACA

Dopo settimane di tira e molla il governo ha rotto gli indugi e ha spedito alla Commissione europea la lettera con cui chiede ufficialmente l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Austria per le limitazioni unilaterali al Brennero per i mezzi pesanti provenienti dall’Italia.

È la prima volta nella storia in cui si ricorre all’articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea per ottenere certezza del quadro giuridico a beneficio di tutti gli operatori ed i cittadini europei.

«La Commissione europea», ha spiegato un portavoce dell'esecutivo Ue, «avvierà l’esame della questione. Sono già stati organizzati sei incontri di mediazione, l'ultimo dei quali si è svolto nella scorsa primavera, senza tuttavia riuscire a trovare un accordo tra Roma e Vienna». Ora entrambe le parti avranno la possibilità di esporre le loro argomentazioni sia oralmente che per iscritto e Bruxelles dovrà successivamente redigere un parere motivato entro i prossimi tre mesi.

Nel caso in cui l’esecutivo Ue non agisca entro quel termine, il governo italiano potrà comunque rivolgersi alla Corte di Giustizia europea. «Dalle parole si è passati ai fatti», ha detto ieri il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che da mesi protesta contro il sistema imposto dall’Austria dei «dosaggi dei tir», che ne fa passare un certo numero ogni ora, e al divieto di transito notturno e nei fine settimana.

Secondo il governo italiano, la firma in calce alla lettera è del ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, l’Austria non può bloccare un corridoio europeo per i 26 Paesi dell’unione. Le limitazioni austriache hanno poi conseguenze per l’intero sistema economico del Nord Est dato che provocano un aumento del traffico pesante in Friuli, a Tarvisio, dove si trova il secondo valico autostradale tra Italia e Austria e dove normalmente transitano 19 milioni di tonnellate di merci via autostrada e 8 via ferro.

E secondo le stime l’aumento del traffico sarebbe quantificabile intorno al 15% dato che gli autotrasportatori sempre più spesso hanno preferito allungare le tratte piuttosto di rimanere incolonnati per ore tra la Provincia autonoma di Bolzano e il Tirolo austriaco.

Ma dall’Austria promettono battaglia. «Il ministro dei Trasporti italiano fa causa contro le nostre misure di emergenza e quindi contro i tirolesi», ha detto Anton Mattle, governatore del Tirolo, «sono in contatto con il Cancelliere federale, il ministro degli Esteri e il ministro dei Trasporti. Gli esperti di diritto europeo danno poche possibilità di successo alla causa, citando accordi esistenti come la “Convenzione delle Alpi”, il “Libro bianco sui trasporti” o il “Green Deal” della Commissione europea. Non cederemo alle pressioni del ministro Salvini e della sua lobby dei trasporti».

Tra i settori maggiormente colpiti da questa crisi dei trasporti c’è l’agroalimentare, dato che quasi i due terzi delle esportazioni interessano i Paesi dell’Unione europea che vengono raggiunti principalmente attraverso i valichi alpini con l’88% delle merci che in Italia viaggia infatti su gomma. Tanto che secondo la Coldiretti gli ostacoli imposti dall’Austria «minacciano il record storico dell’agroalimentare Made in Italy che nel 2023 ha superato il valore di 64 miliardi di euro, il massimo di sempre». —

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