Trento, vertice tutto friulano per Itas assicurazioni: Agrusti eletto direttore

L’ex manager Generali imposto dal presidente Di Benedetto. Compenso di mezzo milione l’anno. Ma c’è il rischio sfiducia
Raffaele Agrusti e, a destra, Giovanni Di Benedetto
Raffaele Agrusti e, a destra, Giovanni Di Benedetto

TRENTO. Alla fine l’astuzia politica dell’ex assessore regionale democristiano, Giovanni Di Benedetto, ha fatto la differenza e la battaglia all’interno di Itas assicurazioni si è conclusa con l’affermazione della linea del presidente della società.

Alla terza riunione del consiglio d’amministrazione per nominare il nuovo direttore generale al posto di Ermanno Grassi l’ha spuntata Raffaele Agrusti, già direttore di Generali assicurazioni, dal quale è uscito nel 2013 in maniera burrascosa, e attualmente direttore finanziario della Rai.

In questo modo i vertici della società trentina sono tutti friulani, visto che anche Agrusti è un pordenonese, fratello del presidente di Unindustria, Michelangelo Agrusti, compagno di partito nella Dc di Di Benedetto.

Una nomina non unanime visto che hanno votato contro, tra i 13 componenti del cda, uno dei tre vicepresidenti, Danilo Zanoni, e la consigliera Ilaria Vescovi. Gli altri hanno seguito l’indicazione di Di Benedetto.

Il presidente e la maggioranza del cda, quindi, non hanno tenuto in nessun conto le indicazioni provenienti da quasi il 90 per cento dei delegati trentini (che rappresentanto i quasi 700 mila soci di Itas, cioè la sua proprietà) che in una lettera di pochi giorni fa chiedevano tre cose: una soluzione interna e temporanea in attesa del cambio della governance alla scadenza del mandato di Di Benedetto, nell’aprile 2018; la nomina di un candidato che non avesse nel suo curriculum precedenti poco chiari o cause e azioni di responsabilità da parte del proprio datore di lavoro; un voto unanime che potesse permettere alla compagnia di ripartire più forte e più unita di prima.

Nessuna delle tre richieste è stata accontentata. E questo potrebbe lasciare aperta la possibilità di un’assemblea straordinaria convocata per sfiduciare l’intero cda.

A norma dell’articolo 10 dello Statuto Itas, infatti, bastano le firme del 10 per cento dei delegati, ovvero 20 persone, per convocare l’assemblea straordinaria. In teoria, l’ottantina di delegati che aveva firmato la lettera sarebbe più che sufficiente.

Di Benedetto, forte dell’appoggio del nuovo direttore, può convocare l’assemblea straordinaria per far votare il prolungamento del numero dei mandati e restare altri 6 anni, come previsto prima che scoppiasse il caso.
L’unica concessione ai delegati trentini da parte di Di Benedetto è stata la nomina di un vicedirettore interno.

Si tratta di Alessandro Molinari, dirigente di 47 anni che era stato nominato da pochi giorni direttore finanza e bilancio al posto di Paolo Gatti, licenziato perché indagato insieme a Ermanno Grassi.

Il presidente di Itas ha spiegato che la scelta di Agrusti è stata fatta dal comitato ristretto composto da lui stesso e da Giuseppe Consoli, Fabrizio Lorenz e Marco Fusciani perché il candidato risponde a precisi requisiti di professionalità.

Ha prodotto anche una lettera di una società internazionale di consulenza che loda le capacità di Agrusti. Altro punto su cui si è discusso è il contratto del nuovo direttore, che durerà 4 anni e ammonta a 500 mila euro l’anno più premi per oltre 150 mila euro.

Più del doppio di quanto Agrusti percepirebbe dalla Rai dopo il tetto agli stipendi imposto alla governance della televisione di Stato.

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