Trieste il grande magazzino del caffè «È crocevia per Nordest e Balcani»

Il mercato del caffè verde in Italia è in notevole espansione. Negli ultimi trent’anni il volume importato in Italia è più che raddoppiato e le esportazioni sono passate da 6 mila a oltre 150 mila tonnellate all’anno. Questa evoluzione del mercato ha comportato una vera rivoluzione per le aziende specializzate nel trade.
Il lavoro si è concentrato nelle mani delle aziende più forti e organizzate, in particolare di quelle che consegnano il caffé a fronte di pagamenti differiti, ma specialmente di chi vanta una competenza professionale in tutti i campi utili e necessari al settore. Tutto questo per essere sempre di sostegno a una clientela che negli ultimi tempi ha dovuto fare un salto di qualità che interessa tutti gli aspetti della filiera. Trieste, in questo contesto, svolge un ruolo fondamentale, come ribadisce Riccardo Marchesi, amministratore delegato della Pacorini Silocaf: «Nella nostra città il traffico del caffè è un fattore storico e i volumi di traffico si sono stabilizzati su valori particolarmente rilevanti. Da Trieste – aggiunge – partono i quantitativi rivolti verso l’interno Nordest del paese e in direzione di tutta l’area balcanica, da Genova invece si movimenta verso il Nordovest del paese, specialmente alla volta della Lombardia e del Piemonte. In sostanza – precisa – è in atto una divisione per aree geografiche. Si può senz’altro affermare che, per l’economia della città e della regione, la presenza del mercato del caffé è molto rilevante. La nostra azienda – aggiunge Marchesi – dispone di un impianto di movimentazione del caffé alla rinfusa fra i più grandi d’Europa. Realizzato nel 1986, ha dato e sta dando un considerevole valore aggiunto alla clientela, che sceglie Trieste per rifornirsi anche e soprattutto per i servizi che possiamo garantire».
La Silocaf Pacorini rappresenta anche una realtà fondamentale per quanto concerne i livelli occupazionali: «Abbiamo 110 dipendenti diretti – riprende l’amministratore delegato dell’azienda – 85 dei quali operativi proprio in città, mentre gli altri 25 sono dislocati altrove, in prevalenza in Liguria. Ci consideriamo una realtà importante per l’economia triestina. La crescita del porto di Trieste, che è sempre più competitivo – precisa – crea le condizioni ideali affinché anche gli operatori dello scalo possano crescere in parallelo e affrontare i mercati e la concorrenza».
Recentemente, anche Paolo Levi, direttore generale della Pacorini Silocaf, ha confermato che «è notevolmente cresciuta la velocità della merce in entrata e uscita, spinta da maggiori consegne e dal fatto che i torrefattori fanno meno stock e comprano sul pronto. Lo scarico manuale del sacco sta poi andando a scomparire – ha aggiunto – per esigenze di velocità ma anche per i regolamenti sulla salute dei lavoratori. Mutazione che ricade a sua volta sulla trasformazione dei confezionamenti».
Massimiliano Fabian, vice presidente dell’Associazione caffé Trieste e amministratore delegato della Demus spa, sostiene che «l’Italia sta facendo bene, aumentando la sua capacità produttiva, che è trainata soprattutto dall’export, perché circa un terzo del trasformato prende la via dell’estero. Non a caso – continua – siamo il quarto Paese al mondo per la trasformazione, ma siamo anche buoni consumatori, per quanto il consumo domestico si sia stabilizzando. Il settore sta cercando di rinnovarsi, in vista delle sfide future – sottolinea Fabian – e in questo quadro Trieste è una piazza rilevante, anche perché la movimentazione del caffé lascia notevole valore aggiunto sul territorio, anche se ci sono comparti più importanti ». —
Riproduzione riservata © il Nord Est