Trieste porto d'Europa "conquista" Amburgo. Decolla la Piattaforma
TRIESTE Ein Hafen für Europa, un porto per l’Europa. Campeggia in due lingue lo slogan scelto per la celebrazione della fine dei lavori e la stipula dell’accordo tra Piattaforma logistica Trieste e i tedeschi di Hhla, che ieri, mercoledì 30 settembre, hanno suggellato pubblicamente l’intesa per l’ingresso di Amburgo, con l’intento di sviluppare il Molo VIII e la riconversione della Ferriera. L’alleanza appare un mix di interessi economici ed equilibri geopolitici, come si capisce dalle frasi pronunciate dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli prima di salire sul palco.
L’esponente triestino del governo Conte parla di «opportunità storica: la grande società di gestione del porto di Amburgo decide di fare un investimento a Trieste e sul porto di Trieste. Tolto il tappo rappresentato per troppi anni dalla Ferriera, sono arrivati gli investimenti». Ma è il passaggio sugli aspetti internazionali a pesare di più nel ragionamento del ministro, che aveva ben visto gli accordi con la Cina nel 2019 e che ora condivide il riposizionamento dell’Italia condotto dal Conte bis: «Gli investimenti fatti dalla Cina – dice Patuanelli – potevano portare alcune preoccupazioni e preoccupavano anche i nostri alleati americani», mentre l’intesa con Hhla «è sicuramente un segnale di vicinanza al Patto atlantico, all’alleanza strategica con gli Stati Uniti».
Davanti al mondo politico regionale e alle autorità, il ministro lascia comunque aperta la porta ai capitali asiatici: «Per accordi commerciali, lo abbiamo sempre detto, guardiamo alla Cina non come a un alleato ma come a un partner. Ciò non toglie che il nostro sguardo sia rivolto verso gli Stati Uniti e questa è la dimostrazione». Non è escluso che, dopo l’ingresso di Amburgo in Plt, il nuovo soggetto possa riprendere negoziati con China Merchants e aprirsi al traffico di compagnie come Cosco.
È il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino a distinguere tra una Via della seta politica e una meramente commerciale: «L’intesa con Hhla è un’ottima soluzione per non rinunciare alla Via della seta. Sottolineo Via della seta e non Belt and road: il secondo è un progetto cinese, il primo è un corridoio trasportistico deciso dal mercato e non pianificato da nessuno. In questo, Amburgo e Trieste non sono soggetti passivi, ma sono soggetti propositivi che accettano la sfida».
Dal palco D’Agostino esordisce richiamando il ruolo avuto nella realizzazione dell’opera dai suo predecessori Marina Monassi e Claudio Boniciolli, citando poi «le affinità elettive fra Trieste e Amburgo» e sottolineando come «Amburgo è primo porto ferroviario d’Europa: un soggetto che su innovazione, sostenibilità ambientale e sociale è affine a quello che stiamo facendo a Trieste, dove pubblico e privato lavorano in modo perfetto».
Il presidente non manca di lanciare «all’amico ministro» Patuanelli l’invito a sostenere i progetti del porto basati sull’opportunità del Recovery Fund, perché «abbiamo fatto proposte importanti sulla transizione energetica». E Patuanelli non si fa pregare: «Il progetto Adriagateway vale oltre un miliardo e punta su elettrificazione e digitalizzazione del porto. Non è un progetto dell’Autorità portuale ma del governo e avrà il nostro massimo sostegno per le risorse del Recovery. Qui non c’è un ministro triestino, ma un governo che ritiene Trieste porta mediterranea al cuore d’Europa». Poi il rinnovato impegno sul regime di porto franco: «Mi ci gioco il mandato. Il principio dell’extradoganalità è fondamentale».
Ma i veri protagonisti sono gli imprenditori. Il presidente di Icop Vittorio Petrucco ricorda che «sono passati sette anni dalla prima pietra, ma abbiamo realizzato una superficie pari a venti campi di calcio e superato molti problemi amministrativi. Ora lavoriamo a tre “dopo”: la riconversione dell’area a caldo, il lavoro sulla Piattaforma assieme ad Hhla e lo sviluppo del Molo VIII. È un grande puzzle che permetterà a Trieste di ritrovare la geografia che ne ha caratterizzato la storia». Per Francesco Parisi, «questo non è il traguardo ma la prima tappa e abbiamo davanti almeno trent’anni: lavoriamo per i nostri nipoti, allargando la compagine a un socio come Hhla, i cui valori aziendali sono stati fondamentali per chiudere l’accordo. È un’alleanza per l’intera portualità di Trieste: ora dobbiamo metterci a lavorare». —
Riproduzione riservata © il Nord Est