Trieste primo Porto d'Italia nel 2016

Crescita del 9% nei primi tre mesi dell'anno per lo scalo che nel 2015 aveva un tonnellaggio di 57 milioni. L'obiettivo ora è superare i 60 milioni al netto del petrolifero in calo dal 78 al 72%

Con attività in espansione e dati in crescita, il Porto di Trieste si conferma nel I trimestre 2016 il primo scalo italiano. Lo annuncia il Commissario dell' Autorità Portuale, Zeno D'Agostino, indicando: «Il tonnellaggio complessivo, che nel 2015 è stato di 57 milioni, registra un incremento del 9%, facendo sperare che a fine anno supereremo i 60 milioni».

D'Agostino ha spiegato che «il trend è supportato da tutti i settori con il peso del petrolifero in calo dal 78 al 72% grazie alla crescita di altre attività».

A impennarsi è soprattutto il traffico ferroviario da e per il Porto di Trieste, con +23% e 122 treni settimanali che collegano lo scalo con l'Europa, anche con Lussemburgo e Repubblica Ceca. I collegamenti ferroviari, dunque, insieme con il punto franco, sono il punto di forza dello scalo triestino.

Oggi Fernetti (sul Carso cittadino) è diventato una piattaforma a supporto del Porto, è qui che giunge la navetta ferroviaria dal mare (Ro/La detta anche "autostrada del mare", che oggi il ministro Graziano Del Rio ha visitato), per gli autocarri turchi che giungono in nave e proseguono per il centro Europa.

Inoltre, dal 18 aprile entrerà in esercizio un collegamento merci Est-Ovest Italia, il Trieste-Novara, servizio intermodale con tre partenze settimanali (attivato da Cemat, Alpe Adria e Hupac) dal Molo VI (Europa Multipurpose Terminal); il 19 aprile partirà da Novara il primo collegamento in senso inverso. Una tratta che consentirà di guardare a nuove direttrici di traffico verso Svizzera, Belgio e Olanda«. Infine, la prossima settimana Autorità Portuale Trieste sarà nella capitale russa per presentare nuovo collegamento ferroviario da Fernetti a Mosca.

Per D'Agostino questi risultati sono l'esito di «un grande investimento sui lavoratori. Febbraio è stato il primo mese da anni in cui la compagnia portuale non ha registrato mancati avviamenti al lavoro, non è stato saltato nemmeno un turno». Questo per il vertice dell' Autorità portuale sarà importante in futuro: «Sono stato in Giappone e la prima domanda che mi hanno posto è stata, "fate scioperi a Trieste?"».

Quanto al Porto Vecchio, D'Agostino spiega che «qualunque progetto per il Porto Vecchio deve prevedere la accessibilità. Lo scalo si trova tra il mare e la stazione ferroviaria, in mezzo c'è una ricchezza infrastrutturale. Occorre però valutare lo sviluppo: se ci sarà, avremo un aumento della domanda di mobilità, bisogna cioè pensare a come raggiungere la zona».

Per D'Agostino, «l'argomento non è tanto cosa ci metto in Porto Vecchio - anche perché se c'è qualcuno che investe, deciderà l'attività che vorrà svolgervi - ma cosa c'è fuori» Sui tempi: «Credo qualche mese», poi ci saranno novità. Infatti, l' advisor, Ernst & Young, è al lavoro e sta «cogliendo anche elementi del passato; il road show va avanti bene, anche con gruppi come Generali e Fincantieri. La palla è al Comune e all' advisor, appunto».

Intanto, per il momento «300 mila metri quadrati del punto franco, che era inutilizzato, sono stati trasferiti dal Porto Vecchio in varie zone intorno alla città - Fernetti, Prosecco, Canale industriale, Area Teseco, un'area di 110 mila metri quadrati alle Nogare - perché riteniamo che se vogliamo far lavorare il porto abbiamo bisogno di dare possibilità a determinati operatori di poter insediarsi in zone di punto franco», ha spiegato D'Agostino.

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