Ugo Campagnaro resta al timone di Confcooperative Veneto
PADOVA. Se i primi sei mesi dell’anno sono stati da “profondo rosso” per il mondo cooperativo Veneto, i prossimi sei dovrebbero avere con un rosso “più sbiadito”. Il professor Daniele Marini (direttore scientifico CR&A) prende in prestito il titolo del film di Dario Argento per descrivere l’esito della ricerca commissionata da Confcooperative Veneto sulla situazione economica del settore.
A Padova si è tenuta l’assemblea regionale, che ha confermato per altri quattro anni Ugo Campagnaro, già presidente provinciale a Padova e vice presidente nazionale, a guidare il movimento. In regione sono 1.212 le cooperative aderenti, con un fatturato complessivo di 6,6 miliardi di euro, creato da 124.417 soci e 47.739 addetti, soci e non. Numeri che pongono il sistema veneto al terzo posto a livello nazionale per contributi associativi, con una crescita registrata del 14% dal 2016 al 2019.
Le cooperative sono così suddivise: 293 di Fedagripesca, 492 di Federsolidarietà, 62 di Habitat, 257 di Lavoro e Servizi e 108 negli altri settori: Consumo e Utenza, Turismo Cultura e Sport, Sanità.
«Durante le gravi difficoltà dei primi sei mesi dell’anno le cooperative hanno mantenuto fermo un asset, quello della salvaguardia dei posti di lavoro, con un’occupazione rimasta stabile in epoca Covid nei 2/3 dei casi» ha spiegato Marini «In prospettiva si arriverà più o meno ad una stabilità, grazie anche al fatto che la maggior parte delle cooperative venete non ha fatto richieste di moratorie e non ha utilizzato prestiti garantiti».
Gli associati veneti lamentano per un quarto la difficoltà a veder saldate le fatture, nelle province di Venezia e Padova sono presenti le situazioni più gravi. Nei primi sei mesi dell’anno i settori lavoro, servizi e solidarietà sono stati i più colpiti, mentre agricoltura e pasca hanno retto. Nel secondo semestre il mondo cooperativo Veneto si attende una ripartenza, con la Marca e il Polesine meglio degli altri. Ancora difficoltà per i settori dei servizi, consumi e turismo.
«Nel disorientamento generale noi manteniamo i nostri punti fissi» ha commentato il presidente Campagnaro «Il Veneto ha retto nel momento della tragedia, grazie anche alla sua tradizione e al mondo cooperativo a fianco del pubblico. Ora la parola d’ordine sarà sostenibilità a tutti i livelli, realismo e rapporto vero tra cooperative, territori e istituzioni. Alla Regione chiediamo più collaborazione tecnica per rispondere in maniera repentina alle mutate esigenze».
E a Zaia di trovare le risorse economiche adeguate, attraverso «l’Irpef regionale, l’autonomia o Recovery Fund». Ospite dell’assemblea il governatore Luca Zaia, che ha sottolineato «l’impegno delle cooperative a fianco della sanità veneta per fronteggiare l’emergenza Covid, che non è ancora superata». «Siete stati attori protagonisti» ha aggiunto Zaia «Oggi siamo in una fase di svuotamento degli ospedali, ma siamo pronti per fronteggiare il ritorno dell’emergenza. La sanità veneta dovrà puntare su una maggiore assistenza domiciliare».
A sottolineare il momento storico particolare e la risposta del mondo cooperativo è stato Maurizio Gardini, presidente nazionale Confcooperative: «Le criticità sono ancora molte» ha detto « da quelle economiche, con i finanziamenti promessi in 15 giorni arrivati dopo 3 mesi e la cassa integrazione con un Inps non attrezzato , a quelle burocratiche. Il Covid sta facendo scoprire i singoli territori, il locale. Questo cambiamento sta portando ad una valorizzazione del turismo nostrano, dei prodotti a km zero, ad un’attenzione al cibo che mangiamo non solo al primo prezzo. Che significa poi per le nostre cooperative una ri-valorizzazione anche del lavoro, che il nostro mondo deve cogliere come opportunità». —
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