«Ulteriore capitale per le Venete? Il sistema ha già dato»
MILANO - «Siamo veramente alle battute iniziali. Credo che il sistema bancario italiano abbia già pagato molto per cercare di sostenere le situazioni di difficoltà che ci sono nel Paese, credo francamente che sia molto difficile andare a trovare nuovi spazi».
Così l'a.d. di Bper, Alessandro Vandelli, commenta l'ipotesi di un intervento del Fondo interbancario per garantire alla Popolare di Vicenza e a Veneto Banca il miliardo di capitale privato a cui, secondo le indiscrezioni, le autorità europee condizionano il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato.
Vandelli ha ricordato che «non ci sono stati soltanto l'intervento e i versamenti che abbiamo fatto nei diversi fondi, ma anche gli investimenti in Atlante».
«Credo - ha considerato a margine della presentazione del programma per i 150 anni della banca - che oggi il sistema bancario italiano sia un sistema bancario solido e che abbia già pagato un prezzo molto elevato quindi francamente non vedo quali spazi ci possano essere: credo molto ridotti».
Vandelli, in ogni caso, ha sottolineato di non essere stato contattato da nessuno sul tema.
Sempre Vandelli ha poi precisato che l'unico ambito esterno all'attività ordinaria della banca su cui Bper è impegnata è «il mondo Arca».
«Insieme alla Popolare di Sondrio stiamo cercando di capire se ci sono i presupposti per fare un'operazione (relativa al 40% circa del capitale messo in vendita dalla Popolare di Vicenza e da Veneto Banca, ndr). Francamente siamo veramente alle battute iniziali - ha aggiunto - mi auguro che in un tempo ragionevole, un paio di mesi non di più, arriviamo a delle conclusioni, capiamo se la cosa ha le gambe per andare avanti o se piuttosto è meglio continuare con una partnership che già funziona».
A chi infine gli chiedeva un commento sull'ipotesi, che sembra tornata di attualità, di una bad bank italiana, Vandelli ha notato, da una parte, che «sarebbe davvero una cosa importante per trovare una soluzione definitiva al tema degli Npl, è un'esigenza complessiva del sistema», avvertendo tuttavia che «se ne parla da tanto tempo, non è più una cosa di mesi, sono anni».
«Quindi - è la sua conclusione - credo sia corretto che ogni istituto si attrezzi autonomamente per affrontare adeguatamente questo tema».
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