Unicredit, disco verde all’aumento da 13 miliardi

Via libera dell’assemblea alla ricapitalizzazione. Resta l’incognita del fondo Abaar. Fondazioni a consulto con CRTrieste. CariVerona chiede di rinnovare il consiglio
Una sede Unicredit
Una sede Unicredit

MILANO. Poco più di tre ore. Tanto è durato il dibattito che ha preceduto il voto dei soci Unicredit nell'assemblea tenutasi ieri e chiamata a esprimersi in primo luogo sull'aumento di capitale da 13 miliardi di euro. L'esito è stato quello largamente atteso, con il 99,6% di voti favorevoli (era presente il 51,33% del capitale), lo 0,31% di contrari e lo 0,18% di astenuti.

Ad aprire l'assise è stato il presidente Giuseppe Vita, che dopo un veloce ringraziamento al vecchio ad Federico Ghizzoni, ha sottolineato l'importanza del cambio di passo con l'arrivo di Jean Pierre Mustier alla tolda di comando, con l'obiettivo di rimettere in equilibrio i conti.

Un excursus degli ultimi mesi finalizzato a convincere gli azionisti a rimettere mano al portafoglio per sostenere un'operazione indubbiamente onerosa, ma inevitabile per restituire solidità all'istituto.

Quindi è toccato a Mustier prendere la parola per presentare le linee guida dell'operazione: l'avvio dell'aumento è previsto entro il primo trimestre 2017 (data ipotizzata il 13 febbraio), e dovrebbe essere preceduto dal raggruppamento delle azioni (una ogni 100) atteso già entro il 23 gennaio prossimo.

Sarà con diritto d'opzione e consentirà tra l'altro di coprire gli appostamenti di rettifiche aggiuntive sui crediti per un importo complessivo pari a circa 8,1 miliardi da registrarsi nel quarto trimestre del 2016. Da segnalare l'intervento del presidente di Fondazione CariVerona, Alessandro Mazzucco, secondo il quale «l'aumento è indispensabile per il salvataggio della banca».

Una presa d'atto accompagnata da un affondo: «Siamo sconcertati nel cogliere che il cda ci inviti a un'operazione così difficile mentre fino all'estate continuava a esprimere piena fiducia al management e a dire che la situazione era sotto controllo».

Quindi ha aggiunto: «Appare inevitabile esprimere l'auspicio che la rivisitazione del passato induca a considerare criticamente i comportamenti precedenti e trarne le doverose conseguenze».

Da qui la decisione di Cariverona di votare sì alla conferma di Mustier come group ceo, ma anche di astenersi quando si è trattato di esprimersi sugli altri due consiglieri cooptati negli ultimi mesi, Sergio Balbinot e Martha Dagmar Boeckenfeld, passati comunque a larghissima maggioranza.

Una presa di posizione che sembra evidenziare la volontà dell'ente scaligero di rientrare nel board due anni dopo l'uscita. Nei giorni scorsi Cariverona ha comunicato di aver ridotto la propria partecipazione nella banca di Piazza Gae Aulenti nell'ordine dello 0,50%, scendendo al 2,23%.

Se la partecipazione all'operazione avverrà per l'intera nuova quota, l'investimento necessario dovrebbe aggirarsi intorno ai 290 milioni di euro, una somma nella disponibilità dell'ente scaligero. Anche se la decisione ufficiale sull'aumento arriverà solo in prossimità dell'avvio dell'operazione.

Si attende anche una pronuncia da parte della Fondazione Cr Trieste, che al momento preferisce non esprimersi. Dai documenti di bilancio emerge che, a fine, 2015 la partecipazione in Unicredit ammontava allo 0,29% del capitale sociale (contro lo 0,34% di un anno prima).

Alle quotazioni attuali, e sempre che negli ultimi mesi non vi siano stati scostamenti nella partecipazione, la partecipazione vale circa un terzo dei 156 milioni indicati a bilancio. Ieri i vertici dell'ente triestino hanno preso parte all'assemblea, a conferma dell'interesse verso il dossier, ma la sensazione è che una decisione verrà presa solo tra qualche settimana, magari dopo un consulto con le altre Fondazioni, nell'ipotesi di un'azione coordinata per poter poi reclamare un rappresentante unitario nel nuovo board.

La Fondazione CrTrieste è azionista di Unicredit, Cassa depositi prestiti (0,30%), Poligrafici Editoriale (5%), Gruppo L’Espresso (2,63%), FriulAdria (0,09%), Fincantieri (0,07%), Mediocredito Fvg (30,50%).

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