Unicredit e SocGen prove di fusione

Se ne parla ormai da mesi. Ma l’arrivo di Proto come direttore strategico ha riacceso le indiscrezioni. Da Piazza Gae Aulenti non arrivano commenti. Ma la gestione Mustier ha bisogno di una grande operazione di M&A, il titolo quota a sconto a causa del rialzo dello spread e intanto a settembre bisogna decidere cosa fare sul patto di sindacato di Mediobanca.

UniCredit e SocGen. Il matrimonio dell’anno. Se non fosse che questa indiscrezione circola ormai da tanto. Più o meno da quanto Jean Pierre Mustier ha preso posto sulla tolda di comando di Piazza Gae Aulenti. Lui che da quella banca arrivava. Ma dopo l’articolo pubblicato da Le Monde le indiscrezioni sono ripartite. Il quotidiano francese ha scritto in occasione dell’arriva di Sebastian Proto come direttore strategico di SocGen che la banca francese deve studiare una serie di dossier. «Viene qui (riferito a SocGen ndr.) – scriveva Le Monde il 3 settembre – perché arrivano grossi dossier. Dovrà mettere in musica il riavvicinamento con l’italiana Unicredit». Proto è stato scelto dall’amministratore delegato Frederic Oudea al quale riporta direttamente. Ha un passato in Rothschild, società dove era senior advisor e dove rincontrò Emmanuel Macron, erano stati insieme anche a L’Ecole nationale d’administration.

Ma come si scrive ormai da fine agosto la trattiva su una fusione potrebbe essere tornata realmente di attualità. Ci sono una serie di elementi che giocano per velocizzare la partita. Il primo è il contesto politico, con la Legge di Bilancio alle porte, il vero banco di prova della tenuta dell’esecutivo giallo-verde, non si può indugiare. Una fusione, con un asse fortemente spostato sulla Francia, non troverebbe sponde a Roma con un Governo forte. Quale quello che potrebbe uscire dal battesimo del fuoco della finanziaria. La seconda è di ordine finanziario. UniCredi si è indebolita nelle quotazioni, complice il muro dello spread delgli ultimi mesi. Oggi SocGen e Piazza Gae Aulenti quotano praticamente alla pari e l’operazione si potrebbe fare carta contro carta.

Unicredit è l'unica banca italiana considerata sistemica a livello europeo e SocGen è uno dei quattro alfieri del sistema finanziario francese. Ma Piazza Gae Aulenti è anche il primo anello di una catena che arriva fino al cuore della finanza italiana: Generali. L’istituto guidato da Mustier è il primo azionista di Mediobanca con l’8,7% e quest’ultima è il primo azionista di Generali con il 13,2%. Infine, la banca di Mustier, sistemata nei conti, con un carico di npl fortemente ridotto quota a sconto, a causa dei circa 40 miliardi di titoli di stato. Costa cioè molto meno di giugno, quando Financial Times aveva riportato in auge le indiscrezioni della fusione franco-italiana. E si trova tra l’altro ad un bivio, potrebbe sfruttare la finestra di settembre per uscire dal patto di sindacato di Mediobanca per poi alleggerire la presenza in Piazzetta Cuccia (anche questa eventualità di cui Mustier non ha mai fatto segreto). La Francia dal canto suo ha molto investito nel nostro Paese negli ultimi anni, un matrimonio tra una banca italiana e una francese è quasi un obbligo.  Le banche sono una parte centrale del sistema Paese e di qualsiasi sua sovranità, chi decide come dare il credito, se comprare titoli sovrani o meno è per definizione l’epicentro del sistema Paese.

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