Unicredit, inizia l’era Orcel: dai soci ok al maxi-stipendio da 7,5 milioni l'anno

MILANO. L’unico punto che appariva incerto alla vigilia, cioè il via libera allo stipendio del nuovo amministratore delegato Andrea Orcel, è stato superato con il voto favorevole del 54,1% del capitale presente. Per il resto l’assemblea 2021 di Unicredit è filata via senza sorprese, con un’ampia maggioranza a sostegno delle altre proposte presentate dal cda, relativamente ai conti 2020, alla composizione del nuovo board e alla distribuzione del dividendo.
All’assise – che si è svolta a distanza, come le altre da quando è scoppiata la pandemia – hanno preso parte 2.001 soci, titolari del 60,47% del capitale. Tra questi, i grandi azionisti Blackrock (ha il 5,15%), Capital Research and Management Company (5%), Delfin Sarl (1,95%) e Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona (1,8%). Presente anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste con il suo 0,20%. Il bilancio 2020, chiuso con una perdita di 2,8 miliardi di euro tra svalutazione della Turchia e accantonamenti per gli esuberi, è stato approvato dal 97,98% del capitale presente.
Al netto delle voci straordinarie, il gruppo mantiene un utile sottostante di 1,3 miliardi. Di queste risorse, 268 milioni saranno distribuiti ai soci con il dividendo da 12 centesimi per azione, approvato dal 98,62% del capitale presente. Lo stacco avverrà lunedì prossimo, con pagamento due giorni dopo (21 aprile).

«Oggi l'istituto è solido - ha ricordato in apertura il presidente uscente Cesare Bisoni - Gode del più alto livello di patrimonializzazione della propria storia ed è adeguatamente attrezzato per affrontare le sfide che l’intero settore bancario è chiamato ad affrontare». Quindi ha ricordato che, dopo i vincoli posti dalle autorità di vigilanza alla distribuzione degli utili, UniCredit «ha confermato la sua politica dei dividendi e pianificato una distribuzione straordinaria di capitale nell’ultimo trimestre dell'anno, qualora le giuste condizioni dovessero ripresentarsi» e con il sì dell’Authority».
Il nuovo board è composto da tredici consiglieri. La lista presentata dal cda ha avuto il sostegno del 76,31%, conquistando undici seggi: Pietro Carlo Padoan, Andrea Orcel, Lamberto Andreotti, Elena Carletti, Jayne-Anne Gadhia, Jeffrey Alan Hedberg, Beatriz Ángela Lara Bartolomé, Luca Molinari, Maria Pierdicchi, Renate Wagner e Alexander Wolfgring. Mentre gli altri due, Francesca Tondi e Vincenzo Cariello, sono espressione della lista presentata dai fondi.

A fine assemblea si è riunito il nuovo cda, che ha nominato Padoan e Orcel rispettivamente presidente e ad. Tornando all’assemblea dei soci, ha dato l’ok (il 54,1% del capitale) alle politiche di remunerazione del gruppo, compreso un compenso da 7,5 milioni per Orcel, di cui 2,5 milioni di fisso e 5 milioni di variabile. Per il primo anno l’incasso completo è assicurato, mentre dal 2022 si applicherà «un mix di remunerazione a lungo e a breve termine basato sulla performance».
Infine l’attenzione del mercato guarda ora al piano che nei prossimi mesi metterà in campo Orcel. Morgan Stanley, nell'esercitarsi su possibili combinazioni, vede un «razionale industriale» in una fusione tra Unicredit e Generali anche se «complessa» e con «rischi di esecuzione alti».
Riproduzione riservata © il Nord Est