UniCredit, Mustier: risultati "molto solidi" e su Mediobanca, “no comment”

Nel primo semestre l’utile sale del 15,3 per cento a 2,1miliardi, l'istituto accelera lo smaltimento dei crediti deteriorati, il nuovo target per l'anno in corso è di 19 miliardi

MILANO. Nel primo semestre il risultato netto di Unicredit si è attestato a 2,1 miliardi di euro, in crescita del 15,3% annuo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il 4,7% escludendo l’impatto netto della cessione di Pekao e il risultato netto di Pekao e Pioneer. I ricavi sono stati pari a 10,06 miliardi di euro, in calo del 2,5% annuo, con margine di interesse in flessione dell’1,7%. Questo a causa della pressione sui tassi dei prestiti alla clientela e per effetto della riduzione del 23,2% dei ricavi di negoziazione data da un contesto di mercato sfavorevole nel secondo trimestre. Lo rende noto l’istituto di credito, segnalando nei sei mesi un calo dei costi operativi del 6,1% a 5,39 miliardi di euro.

"Il team di UniCredit ha conseguito ancora una volta risultati molto solidi nel primo semestre 2018, nonostante un contesto geopolitico e di mercato molto sfidanti. Restiamo fiduciosi nell'economia europea e italiana e nei loro fondamentali forti". Così il Group Ceo di UniCredit, Jean Pierre Mustier, ha commentato i risultati conseguiti dal gruppo nel primo semestre 2018.

UniCredit "conferma i target per il 2018 e il 2019". Ha aggiunto il manager francese nel corso della conference call per la presentazione dei risultati semestrali alle agenzie di stampa. In particolare, per quanto riguarda il coefficiente Cet1, l'obiettivo è ribadito tra il 12,3% e il 12,6% nel 2018 e sopra il 12,5% nel 2019. L'istituto accelera inoltre lo smaltimento dei crediti deteriorati della divisione "non core" (la "bad bank" di gruppo): il nuovo target per l'anno in corso è di 19 miliardi dagli attuali 22,2 miliardi, al di sotto dell'obiettivo di 19,2 miliardi   inizialmente previsto per il 2019 (quando ora si attende   un'ulteriore discesa a 14,9 miliardi).

Mentre sul patto di sindacato di Mediobanca e sulle speculazioni della settimana scorsa che hanno interessato Piazzetta Cuccia Mustier ha scelto la via, attesa, del no comment. "Non commentiamo mai rumor e speculazioni, per cui non diremo nulla. È la policy della banca" ha detto il top manager, ispondendo a chi gli chiedeva della possibile uscita a settembre dal patto di sindacato di Mediobanca. 

«Il perimetro del gruppo per quanto riguarda le attività operative è stabile potrebbe esserci solo aggiustamenti marginali per attività che sono molto piccole per quello che facciamo» ha aggiunto

Mustier interpellato circa possibili nuove cessioni in conferenza stampa ha detto che potrebbero riguardare «solo asset non operativi», tra cui figura Mediobanca «che non è un'attività operativa», ha ribadito. In merito alla quota nella banca turca Yapi Credi, ha detto il cfo Mirko Bianchi, si tratta di «una banca molto buona e di un investimento di lungo termine».

Il nuovo piano di Unicredit che sarà presentato entro la fine del 2019 valuterà anche potenziali operazioni di M&A. «Restiamo focalizzati sul piano, che è basato solo su una crescita organica. Siamo solo a metà della maratona e quando sei a metà della corsa non pensi al dopo, ma ti concentri sul finirla. Quindi il nostro team è focalizzato sul portarla a termine», ha aggiunto Mustier, spiegando che «prima della fine del 2019 annunceremo un nuovo piano e in questo piano valuteremo sia una crescita di tipo organico sia, potenzialmente, di tipo non organico».  Rispetto agli scenari di consolidamento transfrontaliero Mustier ha sottolineato che «noi siamo convinti che l’Europa abbia bisogno di banche paneuropee» e Unicredit «è una di queste e intende essere uno dei vincitori paneuropei». La probabilità di fusioni transfrontaliere, ha precisato Mustier, «è comunque molto bassa».

   


 

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