Vendemmia, ok all’arrivo di braccianti extracomunitari

Boccata di ossigeno per l’imminente vendemmia e per la raccolta delle mele. Arriveranno infatti nuovi lavoratori extra comunitari che potranno essere impiegati nelle campagne del Friuli. In Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il Dpcm (Decreto presidente del consiglio dei ministri) che integra i flussi stagionali in occasione dell’avvio delle importanti campagne di raccolta delle mele e della vendemmia.
In tutta Italia l’ingresso previsto è di 40 mila lavoratori stranieri extracomunitari interamente impegnati nel lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero. Lo rende noto la Coldiretti nazionale. In Friuli Venezia Giulia è presumibile che i braccianti siano qualche centinaio, utili in ogni caso ad alleviare la cronica carenza di manodopera del settore. La sola Confagricoltura regionale, per il 2023, ha fatto una richiesta di 50 addetti, mentre la Cia ha presentato domanda per poche unità.
«Per accelerare le procedure il Dpcm – sottolinea ancora la Coldiretti – riserva alle associazioni datoriali 15 mila quote sulle 40 mila previste, che saranno utilizzate a scorrimento rispetto alle domande già presentate alla data di pubblicazione della normativa». «Le quote previste dal Dpcm integrativo sono state già ripartite, con apposita circolare tra gli Ispettorati territoriali del lavoro, le Regioni e le Province autonome dalla Dg-Immigrazione del Ministero del Lavoro sulla base delle domande pervenute agli Sportelli unici per l’immigrazione e del fabbisogno segnalato a livello territoriale».
«In Italia – sottolinea la Coldiretti – un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere con 358 mila lavoratori regolari provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle fornendo più del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore», secondo il Dossier Idos. I lavoratori stranieri occupati in agricoltura, continua la Coldiretti, sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalità. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato. Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono una componente essenziale e bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso, conclude la Coldiretti, della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli con i vivaisti tra i leader mondiali del settore, delle mele in Trentino e in Friuli, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia e in Emilia Romagna.
In Friuli Venezia Giulia, solo per rimanere nell’ambito del comparto vitivinicolo, ci sono 16.400 aziende agricole (in calo del 26,5% rispetto alle 22.316 del 2020) che lavorano 28.498 ettari di terreni a vigneto, per la maggior parte a Prosecco e Pinot grigio, ma nelle zone più vocate, come Collio e Colli Orientali del Friuli sono tanti altri i vitigni che danno lustro al territorio. Nelle campagne adesso è vitale avere lavoratori per la vendemmia, ma gli italiani questi lavori non vogliono più farli e così il ricorso ai lavoratori stranieri diventa fondamentale.. —
M.CE.
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