Veneto Banca: anche nel 2016 una liquidazione titoli

Una lettera inviata a gennaio a una Srl in concordato preventivo. Spunta un "atto di ritenzione e compensazione" che per i legali potrebbe essere dichiarato nullo

«Vi comunichiamo che, come preannunciato nella nostra missiva del 13 novembre 2015, la Banca ha avviato la procedura volta alla liquidazione dei titoli presenti nel deposito a voi intestato presso la nostra filiale ed oggetto del patto di ritenzione e compensazione sottoscritto l’11 marzo 2014 nell’interesse della società».

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La redazione

E’ questo il contenuto della breve lettera datata 11 gennaio 2016. Poche settimane fa. Ed è così che si viene a conoscenza del fatto che la banca, Veneto Banca, è disposta a liquidare le azioni di una società in concordato preventivo. Con il prezzo del recesso già avviato. Com’è possibile? Veneto Banca non commenta la singola pratica. Prassi vuole che prima dell’assemblea, la prima missiva è di novembre 2015, la banca prendeva in gestione le richieste di vendita e le metteva in coda agli altri soci che volevano monetizzare. Ma ora con il recesso definito e la prossima quotazione i tempi sono stretti. E i valori ben diversi.

Non solo: i legali oggi sostengono che l’atto di compensazione e ritenzione citato potrebbe essere dichiarato nullo. «L’atto di ritenzione e compensazione è un documento con cui l'investitore dichiara di avere una linea di credito e un dossier titoli, e si impegna, qualora ci sia una morosità sulla linea di credito, a dare facoltà alla banca di realizzare il portafoglio». «C'è una clausola in fondo sulla garanzia con cui il cliente non solo garantisce con il valore di realizzo ma anche a coprire la differenza fino al valore attuale». «Oggi dato che i portafogli non sono liquidabili, questo atto spesso non viene fatto operare e la banca fa valere la garanzia e chiede tutto l'importo al soggetto garante» spiegano gli avvocati.

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