Veneto banca, incontrati 250 potenziali investitori

Lunedì il Cda dovrà definire la forchetta di prezzo dell'aumento di capitale. Ubi smentisce indiscrezioni circa l'interesse a partecipare all'operazione o a rilevare l'istituto

MONTEBELLUNA - La giornata si è aperta con rumors di "grandi manovre" attorno a Veneto Banca, fondate su indicrezioni che vorrebbero Ubi banca o Bper (Banca popolare dell'Emilia Romagna) interessate all'acquisizione dell'istituto di Montebelluna.

L'effetto immediato delle indiscrezioni si è riverberato sull'andamento del titolo di Ubi che ha ceduto oltre il 3% rivelandosi, in tarda mattinata, il peggiore dei titoli bancari.

Nel pomeriggio Ubi Banca torna ha smentito un suo interesse per Veneto Banca.

«In merito a voci insistenti di un coinvolgimento di Ubi Banca - si legge in una nota - la banca ribadisce che non vi è alcun dossier aperto riferito a Veneto Banca».

A Montebelluna intanto ci sono stati incontri con  250 investitori, in prevalenza fondi, e lunedì, termine del pre-marketing, dovrebbe approdare in Cda per la fissazione della forchetta di prezzo dell'aumento da 1 miliardo a servizio dell'Ipo.

Allo stato attuale è difficile prevedere quanti dei feedback raccolti si trasformeranno in manifestazioni d'interesse.

In particolare molti investitori hanno espresso sia commenti positivi che dubbi legati alla mole dei crediti deteriorati, alla bassa redditività e al calo dei depositi, così come sottolineato dalle stesse banche del consorzio di garanzia nelle ricerche pubblicate per il pre-marketing.

Tra le criticità ci sono poi le stime del piano messo a punto dal Ceo Cristiano Carrus, che prevede un utile di 152 milioni al 2018 e di 249 milioni al 2020.

I più scettici sono gli analisti di Citi che stimano un utile al 2018 di soli 56 milioni (-63%).

«Le nostre previsioni sono più conservative di quelle del management principalmente sui ricavi, sostanzialmente in linea sui costi e più conservative sul costo del rischio».

Sia Banca Imi che Citi hanno però fatto leva sul 'jolly' del consolidamento. Veneto Banca, infatti, per l'investment bank di Intesa Sanpaolo (capofila dell'operazione), è un candidato potenziale nel risiko grazie alla forte presenza in zone attraenti e allo spazio per potenziali sinergie.

 

Riproduzione riservata © il Nord Est