Veneto Banca, la "poca chiarezza" frena le adesioni dei soci

La denuncia dell'associazione di riferimento degli azionisti. Intanto la Consob ha attivato un'ispezione in seguito a sospetti di interferenze sull'operazione di aumento di capitale. Ambrosini in procura a Roma "solo per ragioni istituzionali"

MONTEBELLUNA - Puramente “istituzionale” l’incontro avvenuto mercoledì a Roma tra il presidente di Veneto Banca, Stefano Ambrosini, e il procuratore capo della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, richiesto dalla banca per presentare i nuovi vertici dell'istituto e ribadire la massima disponibilità a collaborare.

Veneto Banca replica così alle indiscrezioni stampa che volevano Ambrosini a Roma per sollecitare un interessamento della Procura su presunte “mosse” sotto banco da parte degli ex vertici.

«Nell'incontro - si legge nella nota dell’istituto - non si è parlato in alcun modo delle indagini in corso nè sono state fatte al Procuratore sollecitazioni o richieste di alcun tipo».

Richieste di cui probabilmente non c’era nemmeno bisogno se è vero che la Consob ha già disposto un’ispezione sull’operazione di aumento di capitale da 1 miliardo di euro ancora in corso.

Peraltro, secondo quanto riferisce l'Ansa, la procura di Roma attende una relazione della Guardia di finanza relativa ai controlli effettuati su richiesta della Consob tra lunedì e mercoledì.

L'attività svolta dal nucleo di polizia valutaria, effettuata nella sede della banca e in altre sette agenzie nella provincia di Treviso, sarà quindi oggetto di una relazione che verrà portata in procura nei prossimi giorni all'attenzione del Pm, Maria Sabina Calabretta.

La Procura di Roma, più di un anno fa aveva avviato un'inchiesta per ostacolo alla vigilanza che vede coinvolti una serie di ex manager dell'istituto tra cui l'ex amministratore delegato Vincenzo Consoli.

La relazione delle Fiamme gialle potrebbe quindi andare a finire in questo fascicolo senza doverne aprire uno nuovo.

A far scattare le verifiche di Consob sarebbero state da un lato le dichiarazioni molto ottimistiche del presidente dell’associazione “Per Veneto Banca”, Bruno Zago, circa il reperimento di sottoscrizioni per 600 milioni di euro (oggi ferme a circa 1 milione) e da quelle di Pierluigi Bolla di un mese fa, quando accusò l’ex direttore generale Vincenzo Consoli di “tramare” proprio attraverso alcune associazioni.

Peraltro "Per Veneto Banca" in una comunicazione formale di oggi, afferma che "continuano a mancare alcune informazioni essenziali per assumere una decisione consapevole sull’aumento quali per esempio sulla strategia futura della banca e di rilancio. Malgrado le importanti manifestazioni di interesse alla sottoscrizione da parte dei soci e soggetti istituzionali, sempre informali, le descritte circostanze unite ai tempi molti ristretti per il completamento dell’aumento impediscono che ciò si concretizzi per importi consistenti. Di questo è stata data adeguata informativa sia agli organi di governo-istituzioni che ai soggetti preposti alla vigilanza - afferma l'associazione in una nota -, senza ottenere risposta. In questo momento non aiuta la sottoscrizione dell’aumento di capitale la concomitanza di fattori esterni quali, l’incertezza legata al referendum sulla Brexit, gli aumenti di capitali di altri istituti bancari e la forte volatilità del mercato borsistico. Tutto ciò si tradurrà in un danno enorme sia per i soci che per il paese e l’economia del territorio con significativi impatti sulla futura crescita. Inoltre un contributo sfavorevole e di sfiducia sull’aumento è venuto dal Fondo Atlante attraverso le ultime dichiarazioni che nei soci e potenziali sottoscrittori hanno alimentato la sfiducia nella operazione e la mancanza di prospettive di rilancio della banca".

"L’associazione Per Veneto Banca - conclude - conferma ancora una volta la fiducia nel futuro della Banca e invita tutti i soci a partecipare attivamente all’aumento di capitale, dando un segnale in tal senso, in base alle proprie disponibilità e potenzialità".

A Roma intanto è stato trasferito il fascicolo relativo al dissesto della banca, con relativo approfondimento sulle cause e sulle responsabilità degli ex vertici sui quali pende l’azione di responsabilità che scatterebbe con certezza se sarà il Fondo Atlante a sottoscrivere la quota maggioritaria dell’aumento.

Atlante ha inserito lo stesso tema all’ordine del giorno dell’assemblea della Popolare di Vicenza di cui è socio al 99%.

Infine, per quel che riguarda il tema “caldo” di questi giorni, lo stesso che sta mandando in altalena le borse europee, ovvero il referendum sull’uscita dalla Ue del Regno Unito, la “Brexit”, Quaestio Capital Management srg, in nome del Fondo Atlante, con riferimento all'accordo di sub-garanzia stipulato il 31 maggio con Banca Imi e gli altri garanti dell'aumento di capitale per un miliardo di Veneto Banca, ha reso noto di aver trasmesso a Banca Imi “una nota con la quale ha comunicato che il prossimo referendum che si terrà nel Regno Unito in data 23 giugno 2016, è circostanza nota alla sgr e, per tale motivo, la sgr ritiene che l'eventuale accoglimento dello stesso non costituirà un evento straordinario e non prevedibile ai fini degli impegni assunti dalla sgr medesima ai sensi dell'accordo di Sub-Garanzia”.

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