Veneto Banca pianifica la cessione degli Npl
TREVISO - Sofferenze da ripulire e bilancio semestrale dal quale partire.
Dopo un agosto di tregua relativa, il consiglio di amministrazione di Veneto Banca mette nel cassetto il costume da bagno e tira fuori l’agenda.
Si è tenuta ieri a Milano la prima riunione del nuovo board targato Atlante e guidato dal presidente Beniamino Anselmi.
Un cda dal quale non è uscita alcuna «decisione tattica o strategica», dicono a Montebelluna: non è ancora il tempo di decidere, ma di ragionare seriamente sì.
Sulle sofferenze, per esempio, come detto: il portafoglio contiene circa 1,7 miliardi di euro di crediti deteriorati.
Il piano: liberarsi di questa zavorra, che per Atlante può diventare una risorsa (da acquistare e tentare di rivalutare).
«Ci sarà un ulteriore processo di accantonamenti prodromico alla cessione» delle sofferenze, ha detto dopo l’assemblea dello scorso 8 agosto l’amministratore delegato Cristiano Carrus.
Ieri, dunque (nota: il cda si è tenuto a Milano per comodità logistica di alcuni consiglieri, ma anche questo è un segno della de-montebellunizzazione dell’istituto) si è cominciato a ragionare su quale strada seguire.
Ce ne sono sul tavolo almeno quattro.
La prima è quella già intrapresa da Banca Marche, Etruria, Ferrara e Chieti: lo scorporo di una bad bank cui cedere le sofferenze.
Seconda: una segmentazione del portafoglio dei crediti deteriorati per una messa in vendita a pacchetti sul mercato.
Terza strada possibile: una maxi-cartolarizzazione da 1,7 miliardi che porterebbe a una emissione di diverse tranche di crediti (senior, mezzanine ed equity) che vedrebbero coinvolti più soggetti - anche internazionali - nell’acquisto.
Quarta e ultima ipotesi è quella del fai-da-te: dotarsi di un team specializzato interno per la gestione delle sofferenze, cercando quindi il recupero e la riscossione dei crediti “non performanti”.
Soluzione difficile, sulla carta.
Mentre la nuova Veneto Banca cerca di rimettere assieme i cocci, la vecchia rimane in primo piano nella cronaca giudiziaria.
Nello specifico, lunedì prossimo il tribunale del Riesame valuterà la richiesta di revoca degli arresti domiciliari chiesta da Vincenzo Consoli.
Contestualmente, i legali del banchiere di Matera hanno chiesto il dissequestro dei beni (villa, quadri, arazzi, sculture) “congelati” dalla Procura di Roma.
La difesa potrebbe però rinunciare al ricorso se la Procura di Roma darà la disponibilità a interrogare l’ex ad di Veneto Banca nel weekend.
«I soldi sul conto di mia moglie, sui quali sono state regolarmente pagate le tasse, sono il frutto di una vita di lavoro. Per questo devono essere dissequestrati»: questa la motivazione della richiesta di restituzione.
Attualmente l’ex amministratore delegato di Veneto Banca è agli arresti domiciliari nella sua residenza di Vicenza, indagato con l’accusa di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza.
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