Verdetto choc dell’Anac su D'Agostino: Roma accelera e nomina Sommariva commissario del porto di Trieste. Già convalidati tutti gli atti dal 2016 a oggi
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TRIESTE A tarda ora si concretizza la prima contromossa alla clamorosa delibera dell’Anac che considera illegittima la nomina di Zeno D’Agostino alla presidenza del porto di Trieste, con conseguente decadenza dall’incarico.
Mario Sommariva Commissario Straordinario del #PortodiTrieste: decisione del @mitgov dopo la pronuncia ANAC che ha fatto decadere Zeno D'Agostino dal ruolo di Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.
— Porto di Trieste (@PortodiTrieste) June 6, 2020
Validati tutti gli atti dal 2016 in poi. pic.twitter.com/mHBE32PxcF
All’Autorità del Mare Adriatico orientale arriva il commissario: è Mario Sommariva, segretario generale dell’ente.
La nomina, formalizzata via decreto, «vuole dare continuità all'azione amministrativa dell’Autorità e impedire stasi connesse alla decadenza degli organi ordinari», si legge in una nota del Mit in cui il ministro Paola De Micheli conferma «stima e fiducia» in D’Agostino, «punto di riferimento per il sistema portuale nazionale», e assicura impegno per una «rapida risoluzione della vicenda nell'interesse della portualità italiana e della realtà triestina».
Dal Mit è giunta anche rassicurazione sulla validità ed efficacia di tutti gli atti fino ad oggi adottati sotto la gestione D’Agostino. Va rilevato che Sommariva ha già firmato un decreto di convalida di tutti gli atti deliberati dal 2016 ad oggi.
«Ringrazio il ministro Paola De Micheli per la fiducia accordata al sottoscritto - afferma Sommariva - l'incarico ha lo scopo di assicurare stabilità e continuità per il tempo strettamente necessario al pieno ripristino degli organi di vertice, che auspico avvenga nel più breve tempo possibile.
Una svolta rapidissima in una giornata in cui il presidente decaduto ha annunciato ricorso al Tar del Lazio con richiesta di sospensiva degli effetti della sentenza dell’anticorruzione. Un ricorso che, stando a quanto riferito nel pomeriggio dal prefetto Valerio Valenti ai sindacati, sarebbe stato anche nell’agenda del ministero. Secca, però, la smentita dalla capitale: «Il Mit, non legittimato in quanto non destinatario del provvedimento, non ricorrerà al Tar».
Quanto dichiarato dal capo di gabinetto al prefetto, «riguarda solo la rassicurazione sulla validità ed efficacia degli atti fino ad oggi adottati dalla presidenza del porto». Mentre da Assoporti alla politica e alle categorie si moltiplicano le posizioni a difesa di un manager stimato trasversalmente, il diretto interessato usa poche parole per precisare, oltre al fatto di avere dato le dimissioni dalla presidenza di Trieste Terminal Passeggeri, la causa dell’inconferibilità contestata dall’Anac, di non avere avuto in quella società né responsabilità né deleghe esecutive e, di conseguenza, nemmeno un compenso.
«Il senso della legge che prevede l’inconferibilità è che qualcuno non approfitti della posizione – spiega –. Ma io ero commissario del porto già da quasi due anni». Non manca la sorpresa per il fulmine a ciel sereno («Sono abbastanza basito»), a pochi mesi dalla scadenza del mandato, con numerosi atti alle spalle e decisioni importanti da ratificare, a partire dalla Ferriera, e pure il via libera ai posti di lavoro. «Ci sono centinaia di assunzioni, ci mancherebbe che saltino», dice D’Agostino definendo «seconda famiglia» i portuali, «colletti bianchi compresi».
Sul fronte dem c’è anche l’iniziativa di Francesco Russo. Il consigliere regionale racconta di avere sentito in mattinata il presidente, «comprensibilmente deluso», paventa il rischio di «perdere per dinamiche e manovre non chiare una persona che ha cambiato completamente l’inerzia e la visibilità internazionale del porto» e lancia una petizione, «dal grande valore simbolico», sulla piattaforma Change.org (2.200 firme alle 22). Anche per Laura Famulari, segretario del Pd triestino, c’è pure la preoccupazione per il «più importante volano di sviluppo della città», ma anche la fiducia che il governo «assumerà le determinazioni più opportune per mantenere piena operatività dello scalo e progettualità per il futuro».
A sinistra ci sono poi le dichiarazioni di Open con Giulio Lauri e Furio Honsell, che auspicano sia trovata una soluzione e di Azione con Isabella De Monte e Gianfranco Milani: «Esprimiamo vicinanza a un manager che ha saputo risollevare le sorti di una realtà industriale in grave difficoltà».
A centrodestra c’è invece la nota del deputato forzista Guido Germano Pettarin, che trasmette solidarietà a D’Agostino e confida che il governo «intenda impegnarsi con serietà per risolvere presto la questione». Di scelta «grave e dannosa» parla quindi il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti. La vicenda, aggiunge, «dovrebbe suscitare nella politica, più che generiche attestazioni di stima e solidarietà, una profonda riflessione sulla funzione di un organismo come l'Anac. Nata per combattere la corruzione, l’Autorità è divenuta una entità pervasiva in ogni settore e in ogni decisione della pubblica amministrazione».
La voce dei sindacati si fa sentire con Villiam Pezzetta e Valentino Lorelli della Cgil: «La politica, pur nel rispetto del ruolo che la legge assegna all'Anac, deve lavorare per risolvere in tempi brevi un problema che può compromettere gli attuali assetti e le prospettiva di sviluppo anche occupazionale della portualità». In pressing anche la Cisl con Alberto Monticco e Antonio Pittelli: «Chiediamo che venga a strettissimo giro convocato un tavolo di concertazione per elaborare una soluzione immediata a una situazione surreale. Va trovata subito una risposta per evitare sia la paralisi delle attività, sia la tensione tra i lavoratori». Così anche la Uil con Giacinto Menis e Michele Cipriani: «In tempi brevissimi si dia continuità agli impegni assunti per lo sviluppo del porto di Trieste a livello internazionale e di conseguenza si garantisca l’occupazione ai lavoratori dell’indotto». —
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