Veronafiere, l’aumento di capitale va in porto. Ma il futuro è pieno di incognite

I soci principali sottoscrivono l’impegno, ritardo “tecnico” per Cattolica Assicurazioni. A bilancio perdite attorno ai 25 milioni di euro, tra le strade percorribili quotazione o fusioni 

Edoardo Bus

VERONA. Scade mercoledì a mezzanotte il termine per versare, da parte dei soci, un quarto delle somme necessarie per l’adesione all’aumento di capitale di Veronafiere. Ma pare tutto tranquillo sotto il cielo di Verona e il primo passo verso il compimento di un aumento di capitale da 30 milioni di euro dovrebbe compiersi, senza particolari problemi. Aderiranno certamente i soci principali, ovvero Comune di Verona (che verserà subito 3 dei 12 milioni dovuti), Fondazione Cariverona (con 1,8 milioni sui 7,2 attesi in totale) e Camera di Commercio (che mette sul piatto un milione dei 4 che la riguardano).

Si mormora che un ritardo “tecnico” potrebbe arrivare da Cattolica Assicurazioni, che potrebbe versare solo 250mila euro del mezzo milione atteso, rispetto ai 2 milioni dovuti in totale, stessa cifra di Banco BPM, che invece onorerà in pieno l’impegno. Ma stiamo parlando di cifre minime rispetto a un aumento che è stato incerto per settimane e che invece andrà in porto e segna certamente un successo per il Sindaco Federico Sboarina, che ha trovato le risorse per far mantenere al Comune il ruolo di primo azionista ed anche le parole giuste per confrontarsi con il Presidente di Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco e, di conseguenza, la sintonia sulla necessità di un cambiamento.

È quindi verosimile che nella conferenza stampa annunciata di venerdì sarà protagonista, senza però trascurare il peso dei 7,2 milioni che la Fondazione ha assicurato, a patto che lo Statuto veda due modifiche essenziali: che venga abbattuta la clausola di gradimento all’ingresso (o anche all’uscita) di nuovi soci e che si introducano meccanismi di maggioranza qualificata su decisioni che potrebbero essere vitali per il futuro della Fiera scaligera.

Fiera che a breve approverà un bilancio 2020 che, a causa della pandemia, non sarà certo un consuntivo da sorrisi, visto che potrebbe presentare un fatturato in discesa del 80% e perdite in “rosso” per 25/30 milioni. Quanto al futuro è ancora tutto da scrivere, ma non è escluso che arrivino cambiamenti di governance ed operazioni straordinarie, quali la quotazione in Borsa e/o alleanze su base industriale con altre Fiere nazionali o estere. 

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