Wsj: «Zonin da capo a paria»
VICENZA. Il Wall Street Journal tratteggia la parabola dell’ex numero uno della Popolare di Vicenza, Gianni Zonin. «Italy Banking Hero Becomes a Pariah», scrive il Wsj. Da eroe a paria, i fuori casta del sistema sociale induista.
Il quotidiano newyorkese ripercorre le tappe salienti della caduta di Zonin, dalla guida della Popolare di Vicenza, alle dimissioni 19 anni dopo. Un addio che è arrivato quando «la banca era perseguitata da prestiti deteriorati, con conseguenze sul capitale e domande sulla legittimità di alcune pratiche commerciali».
Soltanto a quel punto «il presidente della banca, Gianni Zonin, si è dimesso a novembre. Quindi i pubblici ministeri hanno aperto un'indagine penale. E ora entinaia di lavoratori stanno perdendo il posto di lavoro - continua il quotidiano economico -. La banca, che aveva progettato di aprire la sua filiale numero mille quest'anno, invece chiuderà a 150 e rischia di essere inghiottita da un concorrente più forte».
Il profilo di Zanin viene ulteriormente tratteggiato, anche nella sua quotidianità. «Mr Zonin è un produttore di vini di 78 anni, ed è passato da capo rispettato a paria - scrive il Wsj -, bandito da mezza dozzina di ristoranti e molestato persino nella sua chiesa, dicono i residenti. “Se vedo il signor Zonin per la strada, prendo una via secondaria” dice Lugi Ugone un azionista della banca che è stato recentemente parte di una protesta contro la banca nel centro di Vicenza. “Non voglio nemmeno vederlo”».
E ancora: «I problemi sono più pronunciati in Italia, che soffre di un sistema bancario fortemente frammentato e sovraesposto. Come altre banche italiane, la Banca Popolare di Vicenza è passata attraverso la crisi finanziaria gran parte indenne, sollecitando i suoi stretti legami con le imprese locali nella ricca regione Veneto. La banca è stata una parte fondamentale del tessuto locale, sponsor della squadra di calcio della città e ha aiutato a costruire un teatro».
In calce il Wsj sottolinea che Zonin, attraverso il suo avvocato si è rifiutato di commentare. «Le banche italiane sono tra le meno redditizie del vecchio continente, e i loro libri sono intasati di 276 miliardi di euro di crediti in sofferenza, più di qualsiasi paese europeo, stando ai dati dell'Autorità bancaria europea».
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