Zaia a Renzi: "Sul costo del personale in sanità siamo i più virtuosi d'Italia"

Il governatore del Veneto "irritato" al termine del confronto Stato-Regioni, esibisce i dati dell'Agenas

VENEZIA. “Temo che il promesso, ennesimo, tavolo sui costi standard, sia solo un escamotage per rinviare all’infinito la loro applicazione concreta. Ciò nonostante il Veneto vi porterà tutto il suo contributo perché finalmente si attacchino gli sprechi e non si tagli anche dove non c’è più niente da tagliare come da noi, a cominciare dal costo medio del personale dipendente, che ci vede virtuosamente ultimi in Italia”.

Lo dichiara il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ribadendo la sua “irritazione per l’esito pressochè nullo del vertice delle Regioni con il Presidente del Consiglio”, ma anche la “totale disponibilità a portare tutto il proprio know how a questo nuovo tavolo tecnico, nella speranza di renderlo meno sterile di quanto appare in partenza”.

“I costi del personale – fa notare Zaia - sono tra i più alti in assoluto, e quindi tra quelli dove si può fare meglio in assoluto in tema di costi standard e spending review. Sono perciò felice – aggiunge il governatore del Veneto – di quanto certificano i dati dell’Agenas, che ci indicano come i più risparmiosi d’Italia. Il costo medio annuo del personale del servizio sanitario pubblico in Veneto – rileva Zaia – è di 51.571 euro, contro una media nazionale di 56.273 euro e numerosi picchi che arrivano agli 82.384 euro l’anno della Provincia Autonoma di Bolzano, ai 62.439 della Campania, ai 60 mila e più di Lazio, Valle D’Aosta, Sicilia e Calabria. Siamo ultimi in Italia, quindi orgogliosamente primi!”

“Quindi premiati magari consentendoci di assumere le almeno 500 figure professionali necessarie per fronteggiare, pur se solo in parte (servirebbero 250 medici e 2.000 infermieri) gli effetti della imminente norma europea sui riposi? Nemmeno per sogno. Il Veneto, tra il 2015 e il 2016 subisce tagli per 450 milioni di euro; e il miliardo in più per il 2016 di cui il Governo tanto si vanta è letteralmente sepolto sotto il 2 miliardi 650 milioni di maggiori spese che ricadranno sulle Regioni per decisioni assunte dallo Stato senza poi mantenere l’impegno di stanziare anche le relative risorse, come nel caso dei 900 milioni in più per i nuovi Lea, dei 600 milioni in più per i farmaci antiepatite, dei 500 milioni in più per i farmaci innovativi, 300 milioni in più per il Piano Vaccini, cui aggiungere i 350 milioni necessari per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto e circa il 4% di aumento fisiologico dei costi vivi legato al mercato e all’inflazione”.

“Siamo e saremo ampiamente sotto la soglia di sopravvivenza – incalza Zaia – soprattutto noi virtuosi con i conti in ordine, dove il fondo del barile è già raschiato e dove l’Ulss 4 Alto Vicentino ha messo in vendita 1.190 pezzi provenienti dallo svuotamento dell’ex ospedale Boldrini, aggiudicandone già 850, per incassare qualche euro e risparmiare i costi dello smaltimento. Bravi e fantasiosi- conclude Zaia – ma sono come Enrico Toti che lancia la stampella contro il nemico perché non gli è rimasto altro per difendersi. Alla sanità veneta il Governo vuole tagliare anche quella stampella!”.

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