Zaia accusa Bankitalia e crea il Fondo di solidarietà
VENEZIA. Bankitalia doveva controllare e tutelare il consumatore. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia parla chiaro: "Quando Banca d'Italia afferma che le banche hanno superato gli stress test, quando si dice che l'aumento di capitale è certificato, poi ci viene a dire che che si deve ancora un altro aumento di capitale e che, comunque, i numeri ancora non tornano, allora ci si chiede cosa stessero controllando".
L'effetto ora sarà "drammatico" dice il politico ai vertici della Regione. "Qui c'è gente che vive autentiche tragedie, c'è gente che da mesi non può negoziare il proprio titolo. Non si può strumentalizzare la sofferenze: le tragedie vere si consumano nei conti piccoli. Come nel caso del disabile, tetraplegico che vive da solo, deve finire la casa, percepisce un assegno di 1200 euro al mese per l'assistenza, paga la badante 900 euro, e aveva 30 mila euro di risparmi che oggi non ci sono più e con quel poco che ha deve vivere".
Per questo la Regione Veneto "è pronta ad avviare un fondo di solidarietà a sostegno dei risparmiatori più colpiti dalla crisi delle popolari venete, attraverso la sua finanziaria Veneto Sviluppo " ha detto Zaia, ma, per il governatore, sul fronte bancario nel suo complesso serve un intervento del governo e della Bce "altrimenti va a finire male".
"Per fare i fondi - ha detto Zaia - ci vogliono le risorse. Le soluzioni miracolistiche le lascio agli altri. Noi dobbiamo distinguere le singole situazioni, speculatore e poveretto che si è trovato azionista, valutando posizione per posizione. Un fondo ci vuole, siamo in grado di farlo partire, anche se è più facile farlo per le aziende entrate in fase di stress per le azioni in pancia".
"È stata istituita una Commissione d' inchiesta sul Mose e così la si fa anche per questa partita".
Quanto all'assemblea del 19 dicembre di Veneto Banca, spiega: "Ho fatto la scelta tre assemblee fa di non andarci più. Devo comunque decidere". "Domani i soci di Veneto Banca dovranno votare tre cose - ha aggiunto - la spa, aumento di capitale, quotazione in borsa. Da domani, però, sparisce anche il voto capitario. L'assemblea non si farà più nel capannone, non ci sarà più il ruolo assembleare, non conterà più la testa ma il pacchetto azionario. E in ogni caso, anche l'eventuale commissariamento porterà all'arrivo del commissario che darà seguito al processo imposto dalla Bce. Quindi: o scegliamo di votare sì o è matematico che lo farà il commissario. Non difendo - ha sottolineato - linee e ragioni e mi guardo bene, non faccio altri tipi di difese non conosco il bilancio e la storia di quei bilanci. Io mi fermo qui. Ci verrà spiegato il bilancio, e sarà difficile da capire. Ricordo che io all'assemblea della Popolare di Vicenza non sono mai andato in vita mia. Ma la sintesi di tutto questo è che la messa cantata non funziona più, gli azionisti devono essere protagonisti dall'inizio alla fine".
Zaia ha espresso la sua preoccupazione per i "205 mila azionisti che non sono solo quelli di Veneto Banca ma anche di Popolare di Vicenza" . Il governatore ha rilevato di non voler "fare certo il giustizialista ma se qualcuno ha sbagliato deve pagare. È bene chiarire, anche se qualcuno fa il furbetto chiamando in causa chi non c'entra nulla, che queste banche non hanno il peccato originale di essere state governate dalla politica che io rappresento".
"Nella vicenda che coinvolge le banche popolari ci sono quattro punti cardinali all'interno dei quali dobbiamo orientare la bussola della Regione: esigere trasparenza, difendere i risparmiatori, tutelare il sistema economico veneto, agire istituzionalmente in modo compatto, sia a livello regionale, che nella collaborazione con il Governo nazionale" ha aggiunto la capogruppo del PD in Consiglio regionale, Alessandra Moretti.
Mentre la deputata Pd, Simonetta Rubinato, sì è chiarata pronta ad acquistare azioni di Veneto banca "per dare un segnale di fiducia a chi ha investito nella banca e a chi si sta impegnando per farle superare la crisi".
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