Zonin precisa: "Mai venduto azioni Bpvi"

L'azienda di famiglia Zonin 1821 chiarisce di non aver mai ceduto a terzi azioni della Banca. Oggi "la famiglia Zonin attraverso le sue società è rimasta titolare dell’esatto numero di azioni". Una parte è stata ceduta solo alla famiglia

La casa vitivinicola Zonin 1821 smentisce ogni notizia di aver venduto nel 2015 azioni della Banca Popolare di Vicenza. In una nota, l'azienda di Gianni Zonin appena passata nelle redini del figlio Domenico, spiega che: "Zonin 1821, come peraltro già riportato dall’amministratore delegato Massimo Tuzzi nei giorni scorsi con la frase “abbiamo venduto azioni per due terzi a parti correlate, in buona sostanza alla famiglia”, non ha mai venduto azioni di Bpvi se non all'interno dell'ambito famigliare".


"In virtù di ciò - si precisa - la famiglia Zonin attraverso le sue società è rimasta titolare dell’esatto numero di azioni che deteneva precedentemente a tale operazione".
Si precisa inoltre che negli ultimi anni Zonin 1821 e la famiglia Zonin non hanno mai ceduto a terzi azioni della Banca Popolare di Vicenza ed anzi hanno sempre aderito a tutti gli aumenti di capitale effettuati dalla Banca stessa.

A distanza di poche ore anche la Fondazione Roi smentisce il presunto passaggio di azioni dall’azienda alla Fondazione, riportata da alcuni organi di stampa. La nota spiega che "gli articoli contengono affermazioni a carattere gravemente diffamatorio tanto per la Fondazione Roi quanto per il presidente Gianni Zonin, in quanto espongono circostanze non vere e ricostruzione assolutamente infondate.

"Si tratta di una notizia totalmente falsa, perché nel corso del 2015 il possesso azionario della Fondazione si è incrementato di 39.175 azioni Banca Popolare di Vicenza non a causa di acquisto di azioni ma a causa della conversione del prestito obbligazionario convertibile relativa all’aumento di capitale del 2013, oltre che di 4.800 azioni gratuite quale premio di fedeltà riferito sempre all’aumento di capitale 2013 di Banca Popolare di Vicenza" spiega la nota della Fondazione.

 

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