Carnevale a Venezia, è caccia fotografica agli indigeni

Una delle maggiori attrazioni per i turisti è il selfie con i veneziani che scappano dalla città e si ritirano in terraferma, in montagna. Chi non può si rintana in casa per sopravvivere fino alla fine della festa

Enrico Tantucci
Folla di turisti a Carnevale a Venezia
Folla di turisti a Carnevale a Venezia

Una delle maggiori attrazioni per i turisti che calano a Venezia per il Carnevale è fotografare o addirittura farsi fotografare con un veneziano. La specie autoctona, sempre più esigua di numero, in occasione della festa tende infatti a rifugiarsi in località montane o terrafermiere, specie nei fine settimana quando l’affluenza turistico è massima.

Chi non può allontanarsi da Venezia tende invece a rintanarsi nel suo luogo di residenza e a uscire furtivamente solo di prima mattina per necessità primarie (il pane, le sigarette, i giornali, generi di prima necessità nel più vicino negozio o supermercato) per poter sopravvivere sino al termine del Carnevale.

Per questo fotografare un veneziano richiede attenzione e posizionamenti opportuni per coglierlo nel momento dell’uscita.

Ancora più difficile entrare direttamente in contatto con lui.

Alla classica domanda del turista spaesato (“lei è di Venezia?) risponderà evasivamente (“no, sono di passaggio”). E alla richiesta canonica del turista (“Per Piazza San Marco?”) replicherà con un generico e sbrigativo “Sempre dritto”.

In alcuni casi però è lo stesso veneziano a manifestare la sua presenza. Questo avviene ad esempio quando rimane intrappolato nelle lunghe code di turisti dirette verso San Marco. E’ allora, che la specie indigena, solitamente docile, può diventare aggressiva.

I segni inequivocabili della sua presenza sono il nervosismo, il vano tentativo di uscire dalla coda e superarla, lo sbottare in espressioni di scontento su come è diventata la città, sul fatto che i turisti sono troppi, sulla mancanza di vigili per controllare i flussi.

Appena possibile, tenterà di fuggire attraverso le “sconte”, le calli laterali normalmente sconosciute ai turisti ma che ora lo sono sempre meno, per l’abitudine di molte guide turistiche di portare le comitive anche attraverso di esse.

Una quantità significativa di Veneziani permane in alcune zone della città, come a Cannaregio, a Sant’Elena, a Santa Marta. Per questo le agenzie turistiche più innovative hanno iniziato a organizzare tour di esplorazione per i più curiosi in queste aree. Alla ricerca del veneziano nel suo habitat naturale e in parte ancora non contaminato.

Ma, come per i vetri di Murano, il fenomeno del falso riguarda anche la presenza dei Veneziani. Proprio in occasione del Carnevale, nelle feste a pagamento organizzate nei palazzi, figuranti in maschera provenienti dai più diversi luoghi – dall’Est europeo al Meridione d’Italia – si spacceranno infatti per autentici abitanti di Venezia, da generazioni, esprimendosi con alcun espressioni in dialetto che possono ingannare la buona fede del turista sprovveduto. Che dovrà stare bene attento perciò, a diffidare dalle imitazioni. —

 

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