Caos Usa-Canada sui dazi: le minacce e poi lo stop

Ritirate le tariffe al 50% sull’acciaio dopo la frenata di Ottawa sull’elettricità al 25%. Ma le Borse vanno a picco. Male tutti gli indici di Wall Street. In rialzo solo Tesla

Claudio Salvalaggio
Un trader alla Borsa di New York ansa/afp
Un trader alla Borsa di New York ansa/afp

Stop-and-go nella guerra dei dazi tra Usa e Canada, con tariffe prima minacciate e poi sospese, in un braccio di ferro che logora i mercati. Incurante delle perdite di Wall Street e delle borse mondiali, Donald Trump ha mostrato subito i muscoli all’indomani delle elezioni del nuovo leader liberal e premier in pectore Mark Carney.

Botta e risposta

In risposta a una tariffa del 25% annunciata dal premier della provincia canadese dell’Ontario Doug Ford sull’elettricità fornita a tre Stati confinanti (New York, Michigan e Minnesota), il presidente Usa ha deciso di raddoppiare dal 25% al 50% i dazi su acciaio e alluminio canadesi, a partire da mercoledì. Non solo.

The Donald ha minacciato, se Ottawa non lascerà cadere le sue tante barriere «oltraggiose», comprese quelle «dal 250% al 390% su vari prodotti caseari statunitensi», di aumentare dal 2 aprile i dazi sulle auto provenienti dal Paese vicino. Cosa che, ha sottolineato, «in sostanza, chiuderà definitivamente l’attività di produzione di automobili in Canada. Quelle auto possono essere facilmente prodotte negli Usa!». Come se non bastasse, il tycoon ha fatto anche una velata minaccia all’alleato Nato di non proteggerlo: «Il Canada paga molto poco per la sicurezza nazionale, affidandosi agli Stati Uniti per la protezione militare». Quindi ha rilanciato l’idea che diventi il cinquantunesimo Stato Usa, evocando i vantaggi economici, fiscali, militari di cui godrebbe, mantenendo il suo «brillante inno “O Canada”».

Carney ha promesso una risposta con «il massimo impatto sugli Stati Uniti e il minimo sul Canada: manterremo le nostre tariffe finché gli americani non ci mostreranno rispetto e non prenderanno impegni credibili e affidabili per un commercio libero ed equo», ha scritto su X.

Ma poco dopo il premier dell’Ontario ha fatto marcia indietro, annunciando la sospensione della tassa del 25% sull’elettricità, dopo colloqui «produttivi» con il segretario al commercio Usa Howard Lutnick, che si incontreranno a Washington giovedì con il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Jamieson Greer «per discutere del rinnovo dell’accordo commerciale nordamericano Usmca prima che entrino i vigore i dazi reciproci il 2 aprile». La mossa ha indotto Trump a rispondere che «probabilmente» riconsidererà la sua decisione di raddoppiare le tariffe sui metalli canadesi. Il nuovo braccio di ferro sui dazi ha depresso nuovamente Wall Street e le principali piazze finanziarie mondiali, crollate lunedì per le crescenti tensioni commerciali e il timore di una recessione in Usa non esclusa da Trump.

Gli indici

Partita negativa, dopo l’annuncio del presidente. Wall Street si è appesantita in tutti gli indici (Dj a -1,30%). Idem le altre Borse. Quelle europee hanno chiuso tutte in rosso, da Milano (-1,38%) a Parigi (-1,31%), da Francoforte (-1,29%) a Londra (-1,21%). A picco i titoli delle auto, tra cui spicca Stellantis (-5%): male però anche Volkswagen (-2,6%), Mercedes (-1,8%), Porsche (-3,1%), Bmw (-1,7%), Ferrari (-1,1%). In rialzo, dopo il tonfo di lunedì, solo Tesla, che a Wall Street ha guadagnato oltre il 5% dopo che The Donald ha promesso di acquistare un’auto elettrica di Musk per confermare la sua fiducia in un «grande americano che sta mettendo in gioco tutto» per aiutare gli Stati Uniti. —

Riproduzione riservata © il Nord Est