Donald Trump, un adolescente al potere con un piano di vendetta e dominio dell’universo

Si comporta come il capo di una banda di bulli pronti a fare a botte per imporre la propria presunta infallibilità, completamente privi di empatia e spirito democratico

Dario Cresto- Dina
Donald Trump, presidente degli Stati Uniti
Donald Trump, presidente degli Stati Uniti

Siate eccentrici se volete diventare un tiranno. Donald Trump, con i suoi accoliti, va ben oltre questa regola che considera all’acqua di rose e ha dimostrato fin dalle prime settimane del suo secondo mandato di avere un piano pericoloso di vendetta e dominio dell'universo, considerando tutti noi, ma anche gli alieni se ce ne fossero, esseri inferiori agli americani. Non siamo ancora alla razza eletta, ma ci andiamo vicino.

L’uomo che comanda il più grande esercito del mondo si comporta in realtà come un adolescente con grossi problemi, che ha costituito una banda di bulli con la bomba atomica. Pretendono, insultano, minacciano. Sono sempre pronti a fare a botte per imporre la propria presunta infallibilità, completamente privi di empatia e spirito democratico.

Trump si arroga il diritto di dire tutto come il suo contrario.

Avverte il recalcitrante Volodymyr Zelensky, chiede il controllo di Gaza per trasformarla in una spiaggia da fare invidia a Palm Beach, vuole la Groenlandia e, perché no, il Canada. In fondo è da sempre attaccato agli Stati Uniti. Il ragazzo della Casa Bianca, non avendo nessun adulto a contenerlo, si diverte e riporta in auge il Monopoli aggiornato. Il pomeriggio annuncia dazi tremendissimi contro nemici e alleati, quell’Europa che vive sulle spalle dell’America, e la mattina successiva li sospende per tre mesi, lasciando sgomenti e increduli tutti quei capi di Stato che sono andati a «baciargli il culo».

Avviso ai naviganti: non cambia nulla, pietà l’è morta.

Altra regola della banda: il linguaggio deve essere intimidatorio e mai rivelare debolezze. Mentire, mentire e ancora mentire. Guai a riconoscere che il mezzo dietrofront sui dazi è stato suggerito dai principali istituti economici del Paese e dai fantasmi che hanno cominciato ad agitarsi a Wall Street.

Il piccolo Donald è dunque malato o soltanto cattivo? Orde di psichiatri si interrogano sul tema da anni, in particolare dalla data della sua prima vittoria. Dividendosi.

Da una parte chi sostiene che sia prigioniero della cosiddetta triade oscura: narcisismo, machiavellismo e psicopatia. Personaggio insensibile verso il prossimo e incapace di provare rimorso.

Dall’altra parte, ecco la schiera degli studiosi che allargano il campo e affermano che Trump è senza dubbio un pessimo presidente, ma che prima di preoccuparsi della sua sanità mentale bisognerebbe curare la psiche degli Stati Uniti, quei milioni di elettori che lo hanno scelto.

Oggi il dibattito e il confronto politico sono al punto più basso della storia, il populismo porta in sé rischi enormi, i conflitti si moltiplicano e ancora una volta la vecchia Europa è al centro dell’uragano e non sa bene come difendersi. Soprattutto non pensava di dover temere il suo principale alleato atlantico.

L’America deve fare i conti con il crepuscolo di una nazione, fenomeno mai improvviso e casuale, come scrive Allen Frances, professore emerito della Duke University School of Medicine di Durham. Trump è il frutto del declino, non la sua origine, ma il suo modo di interpretare il ruolo oscilla tra il superomismo e l’incoscienza, caratteri che si ritrovano proprio negli adolescenti. Potrebbe finire tutto in una grande risata o in una immane tragedia. —

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