L’era sregolata che spinge le criptovalute
I nomi sono bitcoin, ethereum e moltissimi altri: ci sono in circolazione oltre ventimila valute di questo tipo, e ne nascono ogni giorno di più

Criptovalute: la moneta digitale che grazie a un’ingegnosa tecnica crittografica sfugge al controllo degli Stati. I nomi sono bitcoin, ethereum e moltissimi altri: ci sono in circolazione oltre ventimila valute di questo tipo, e ne nascono ogni giorno di più. Tanti non sanno che cosa sono o ne hanno sentito solo vagamente parlare. Molti pur senza comprenderne bene i meccanismi sono affascinati dall’idea di poter guadagnare una ricchezza facile, attratti dai racconti di grandi fortune ottenute in pochissimo tempo grazie alle forti oscillazioni di valore di questi particolare “bene”.
Persi anni di risparmi
Sono tanti, però, anche quelli che in questo mercato così caratteristico del nostro tempo hanno perso anni di risparmi. È stato così tra l’altro in Argentina, dove il presidente Milei ha invitato i concittadini a investire in una moneta elettronica appena nata, $Libra, che grazie al suo impulso è cresciuta enormemente di valore in poche ore per poi crollare travolgendo chi ci aveva creduto. Milei ha declinato ogni responsabilità, incluse le accuse di avere arricchito se stesso, dicendo di «non essere stato bene informato». Negli Usa nei giorni dell’ascesa al potere Trump e famiglia hanno lanciato due proprie criptovalute, una intitolata al presidente, una alla First Lady: anche qui si è assistito prima a un boom poi a un crollo, ma i guadagni per i Trump sono stati immediati e considerevoli. Minore risonanza per un altro fatto. In febbraio hacker forse nord-coreani sono riusciti a penetrare in una delle “borse” che gestiscono gli scambi in denaro digitale e a impadronirsi all’equivalente di un miliardo e mezzo di dollari. Una (enorme) rapina virtuale resa possibile certo da errori nella sicurezza, ma anche dalla natura stessa di queste valute. Sebbene circolino solo in rete, il loro “costo” in termini ambientale è enorme: ogni singolo uso di Bitcoin o altro equivale a sei giorni del consumo elettrico di una casa americana (e i cittadini Usa si sa sono prodighi di energia). Moltiplichiamolo per milioni di transazioni…
Le contraddizioni del denaro digitale
Il denaro digitale sintetizza alcune delle maggiori contraddizioni della nostra epoca. È per definizione globale, va al di là delle frontiere e aggira quel monopolio del “battere moneta” che è stato per secoli un privilegio degli Stati. Al tempo stesso è privato, chiunque ne abbia i mezzi può creare il suo. In un’epoca in cui grazie all’informatica si punta a rendere “tracciabile” ogni transazione, per combattere la criminalità oltre che l’evasione fiscale, la moneta elettronica sfugge a ogni tracciabilità. Lo stesso Trump vorrebbe investire in queste valute una parte delle riserve federali, quelle che oggi sono fatte di sostanze sicure come l’oro. Passare dal bene-rifugio per eccellenza a entità così volatili è evidentemente un azzardo, ma fortemente sostenuto da quel mondo hi-tech che oggi sta condizionando la politica americana e mira a condizionare tutta la politica internazionale. Fondato su strumenti e algoritmi che cambiano di continuo e che pochi capiscono ma che condizionano tutti, è allergico a ogni regola.
L’appoggio di Trump e Milei
Uno dei paradossi dell’età contemporanea è la tendenza di molti governi a un autoritarismo crescente coniugato con un atteggiamento quasi anarchico, che strizza l’occhio all’elettorato: abbiamo il potere ma in realtà siamo “contro”. L’appoggio di Trump o Milei alle incontrollabili criptovalute è un’espressione evidente di questo atteggiamento. Ma i costi poi vengono pagati soprattutto da chi più ingenuamente accetta di investirvi i propri risparmi. —
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