La spinta che l’edilizia può dare al pil

Ma in una economia che non cresce, dove si possono trovare le soluzioni per svilupparsi e migliorare? La risposta è nell’innovazione, in ogni settore, in ogni comparto, in ogni ambito

Federico della Puppa

Se l’economia non cresce, come si può crescere? Questa domanda, apparentemente senza risposta, è da sempre uno dei maggiori problemi per gli economisti. Dopo il Covid l’economia italiana ha avuto una fase di forte ripresa, per lo più trainata dal settore edilizio, grazie alle detrazioni fiscali legate al superbonus. Oggi, con la fine degli incentivi e con la crisi economica globale, i nostri territori, le nostre imprese e le nostre famiglie si trovano di fronte ad un’economia che nei prossimi anni non crescerà, se non con minime percentuali.

Ma in una economia che non cresce, dove si possono trovare le soluzioni per svilupparsi e migliorare? La risposta è nell’innovazione, in ogni settore, in ogni comparto, in ogni ambito. L’innovazione spesso è confusa con l’invenzione, ma questa è solo la prima fase di una vera innovazione, perché un’invenzione per diventare innovazione deve essere diffusa e disponibile per tutti. Una delle più grandi innovazioni che il settore delle costruzioni ha affrontato in questi ultimi anni, grazie anche alla spinta del superbonus, è quella legata alla riqualificazione energetica degli edifici. Ma non dobbiamo dimenticare che la richiesta d’innovazione deriva non solo dalla necessità di ridurre i consumi energetici e dunque la bolletta che l’Italia paga ai fornitori di energia, ma anche per produrre meno CO2, disinquinando le nostre città.

Innovare, nel settore delle costruzioni, significa garantire non solo maggiore efficienza al sistema produttivo, ma soprattutto offrire a noi tutti un miglior sistema di vita, con case più confortevoli, che consumano poca energia e dunque costano meno in gestione, e con un valore patrimoniale che cresce, perché le abitazioni in classe A oggi hanno valori mediamente migliori del 15%-20% e fino al 50% rispetto aalle classi energetiche inferiori. Ma la domanda principale che dobbiamo porci, di fronte a queste sfide, non è cosa fare, perché da questo punto di vista l’Ue con la direttiva “Case Green” ha già tracciato la strada. Il problema vero è come farlo, ovvero con quali sistemi costruttivi, con quali imprese, con quali modalità di intervento e anche con quali nuovi – e meno impattanti per lo Stato – incentivi. Questi temi sono alla base di un evento che si terrà domani al Klimahouse di Bolzano, organizzato dalla Consulta Triveneta di Ance, dal titolo “Crescere in un’economia a prefisso telefonico”.

L’edilizia è un settore che riguarda tutti, cittadini e famiglie, e dunque la sfida è strategica. L’evento, come spiega Marco Bertuzzo, Presidente di Ance Fvg e Ance Triveneto, «nasce dall’urgenza di delineare strategie concrete per rafforzare la competitività delle imprese chiamate a competere non solo in un mercato caratterizzato da una crescita prossima allo zero ma, altresì, sempre più influenzato da dinamiche internazionali segnate da rapidi cambiamenti, incertezza e crescente complessità».

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