Papa Francesco, un protagonista confinato in carrozzella

Guardiamo gli slogan delle rivoluzioni di Bergoglio e poi guardiamo lui spinto in carrozzella per i corridoi, e ci rendiamo conto di una cosa: Francesco sta un po’ scomparendo in un momento in cui ci sarebbe bisogno di un massimo della sua presenza e della sua combattività

Francesco JoriFrancesco Jori
Papa Francesco si affaccia dal Policlinico Gemelli al termine del ricovero
Papa Francesco si affaccia dal Policlinico Gemelli al termine del ricovero

In questo momento il mondo guarda al Vaticano, perché la Chiesa Cattolica è, giuridicamente parlando, una Istituzione Assoluta Teocratica Elettiva, e il momento delicatissimo di una istituzione simile è quando un monarca sta male e potrebbe venire sostituito. E noi adesso siamo esattamente in questa situazione.

L’esautoramento e la sostituzione di un monarca avvengono per mezzo di atti che sono dei terremoti nel regno in cui avvengono, ma al di fuori di quel regno sono appena percettibili. È un momento in cui il principale protagonista, il Papa, avrebbe bisogno di godere del massimo delle sue forze, e invece in questa transizione il papa Francesco è malato o convalescente, non è in grado di governare gli eventi, può soltanto subirli.

Ha nominato un nuovo dirigente nella Sala Stampa, ha indicato una nuova direttrice nei rapporti tra Vaticano e visitatori, ma non ha fatto molto altro. Sicché in questo momento nel Vaticano s’incrociano un vuoto di potere con la necessità di un massimo di potere.

Papa Francesco è un Papa innovativo, ha introdotto una rivoluzione, ma le rivoluzioni hanno bisogno, per attecchire, che colui che le introduce sopravviva all’introduzione e le accompagni per un tratto della loro strada. Guardiamo gli slogan delle rivoluzioni di Francesco e poi guardiamo lui spinto in carrozzella per i corridoi, e ci rendiamo conto di una cosa: Francesco sta un po’ scomparendo in un momento in cui ci sarebbe bisogno di un massimo della sua presenza e della sua combattività.

Quel Francesco in carrozzella, guidato e spinto per i corridoi di qua e di là come un inabile, pare l’emblema della chiusura di una biografia che doveva dispiegarsi come lunga e potente, invece è la chiusura di una parentesi storica, che voleva cambiare tante cose ma non può farcela perché vengono meno le sue stesse forze. Spero che nella biografia di Francesco, nei testi di storia dei nostri ragazzi di domani, il suo lavoro e il suo programma non siano una nota, ma un paragrafo, e se in questo paragrafo c’è spazio per qualche illustrazione mi aspetto che compaia la foto di quella carrozzella.

Quella carrozzella spiegherà molte cose. I ragazzi di domani, guardandola, capiranno, più che se leggessero un elenco di critiche degli avversari politici.

Non sto improvvisando niente. È una critica che veniva usata già da Machiavelli, la debolezza fisica e i problemi di salute di qualche potente politico che aveva buoni programmi, ma non li ha realizzati perché era malaticcio. 

Riproduzione riservata © il Nord Est