Dal tempo pieno fino ai 18 anni agli aiuti alle paritarie: ecco come sostenere la natalità
Assegno unico e bonus nido hanno fatto compiere un passo in avanti, ma la strada per spingere le coppie ad avere più figli è ancora lunga
Le due misure monetarie più importanti attuate in Italia per aiutare le famiglie con figli sono l’assegno unico universale e il bonus nido. Sono due strumenti concepiti dal centrosinistra, ma votati da tutte le forze politiche e – fortunatamente – attuate e potenziate, in questi ultimi anni, dai governi di tutti i colori. Il bonus nido lo scorso anno ha sfiorato i 650 milioni di euro, raggiungendo quasi 480 mila bambini, ed erogando mediamente 204 euro per 6,6 mensilità.
Il bonus può essere richiesto per un massimo di undici mensilità, ed è stato speso per il 55 per cento in strutture private. L’assegno unico universale quest’anno dovrebbe sfiorare i 20 miliardi – circa un punto di Pil – e viene erogato a tutti fino a quando i figli compiono 18 anni (in misura ridotta fino a 21), indipendentemente dalla condizione dei genitori. Metà delle famiglie prende il massimo (poco meno di 200 euro al mese), mentre l’importo decresce con il crescere dell’Isee, fino a una sessantina di euro mensili per i più abbienti. Le cifre sono adeguate in automatico all’inflazione. Si può calcolare che per le famiglie di reddito modesto, l’assegno copra più di metà dei costi aggiuntivi di un figlio.
La strada è ancora lunga
Queste due misure han fatto fare all’Italia uno “scatto in avanti” negli aiuti alle famiglie con figli, ma molto resta ancora da fare. Le famiglie andrebbero aiutate con altre misure strutturali, specialmente nelle età successive alla primissima infanzia. A esempio, andrebbe aiutato maggiormente chi manda i figli alle scuole per l’infanzia paritarie, che in molte aree del paese, specialmente nel Veneto, sono le uniche disponibili a distanze ragionevoli. Inoltre, le scuole, fino a 18 anni, dovrebbero diventare tutte a tempo pieno. Non possiamo stupirci se le coppie faticano a fare un figlio (in più), se da dieci anni in poi i ragazzi tornano a casa all’una...È una misura realizzabile, senza aumentare di molto il tempo-scuola, togliendo la scuola il sabato e portando la scuola secondaria a concludersi a 18 anni (e non a 19), come accade già oggi in quasi tutti i paesi a sviluppo avanzato.
In Italia, la probabilità di avere il primo e il secondo figlio è più alta se entrambi i partner hanno un lavoro stabile, a tempo pieno, e con una retribuzione decente. Purtroppo, questa situazione è oggi vissuta appena dal 40 per cento delle coppie italiane con la donna in età fertile. L’assegno unico e il bonus nido sono un aiuto importante, ma la natalità potrà aumentare solo se un numero sempre maggiore di persone avrà le risorse per formare una coppia stabile convivente, e quando entrambi i partner di queste coppie avranno un buon lavoro. Bisogna creare le condizioni perché tutto questo avvenga, come nei paesi europei – a esempio Francia e Svezia – dove una natalità più elevata convive con un’alta occupazione femminile.
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