Cuneo fiscale, come cambiano gli stipendi: ecco tutti gli aumenti per ogni fascia di reddito
Agevolazioni sotto i 40 mila euro: a Nord Est coinvolti nove lavoratori su dieci. Aumentano i beneficiari: dal primo gennaio 2025 in Italia saranno coinvolte 14,3 milioni di persone
Si amplia la platea dei beneficiari del taglio al cuneo fiscale che diventa strutturale. Gli effetti della rimodulazione interesseranno tutti i lavoratori dipendenti con redditi lordi inferiori a 40 mila euro, alzando così l’asticella rispetto alla versione già applicata quest’anno che si fermava a 35 mila euro.
La platea
Tenendo in considerazione il fatto che a dichiarare più di 40 mila euro di reddito, in Veneto e Friuli Venezia Giulia, sono soltanto l’11,1% dei lavoratori, si può quindi affermare che quasi per nove 9 dichiarazioni su 10 ci saranno delle agevolazioni.
Attenzione però: perché in molti casi le agevolazioni erano già previste per cui nella busta paga del prossimo anno non si noteranno differenze. Guardando alle elaborazioni dell’Ires (messe a punto dal ricercatore Alessandro Russo) su dati del Mef per quanto concerne le dichiarazioni presentate nel 2023 e riferite quindi all’anno d’imposta precedente, a dichiarare meno di 20 mila euro in Friuli Venezia Giulia sono 449.017 persone e in Veneto un milione 799 e 666.
In termini percentuali stiamo parlando del 47,5% delle dichiarazioni per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia e del 48,4% per il Veneto, quindi quasi per un lavoratore su due ci saranno dei bonus esentasse di diversa entità. Se poi prendiamo in considerazione anche i redditi tra i 20 e i 40 mila euro per i quali ci saranno delle detrazioni aggiuntive in busta paga ecco che in Friuli Venezia Giulia dobbiamo sommare 390.911 persone e in Veneto 1 milione 501 mila e 556 che corrispondono rispettivamente al 41,4 e al 40,4%. Ecco quindi che il computo complessivo sale in entrambe le regioni all’88,9%.
Il ministro
Il ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato che si tratta di un intervento più ampio rispetto a quello dell’anno scorso: «Coinvolgerà 1,3 milioni di lavoratori in più», complessivamente quindi 14,3 milioni di persone in tutta Italia.
Le novità
E le novità non sono finite qui. Il secondo articolo della legge di bilancio conferma sì le attuali aliquote Irpef, ma alza la base delle detrazioni sul lavoro che passano da 1.880 a 1.955 euro. Inoltre, per i redditi fino a 20 mila euro, è previsto il riconoscimento di un bonus non tassabile che varia in funzione del guadagno: 7,1% fino a 8.500 euro, 5,3% tra 8.500 e 15 mila euro, 4,8% tra 15 mila e 20 mila euro.
Superato questo importo si passa a un sistema di detrazioni aggiuntive che vanno riconosciute in busta paga: mille euro per i redditi tra 20 mila e 32 mila euro, e poi un decalage fino a 40 mila euro, il che significa che i lavoratori dipendenti vicini alla soglia massima non potranno contare sui 100 euro medi in più, verso i 40 mila euro, infatti, l’effetto sarà soltanto di pochi euro. In altre parole, dal 2025 ai redditi fino a 20 mila euro verrà riconosciuto una vera e propria indennità non tassata che andrà ad aggiungersi allo stipendio netto mentre chi ha un reddito che supera i 20 mila euro (ma non i 44 mila euro) viene incrementata la detrazione per reddito da lavoro dipendente.
Le simulazioni
Gli incrementi si vedranno già a partire dal 1° gennaio 2025, suddivisi per fasce di reddito. Secondo una simulazione de IlSole24Ore, fino a 22 mila è riconosciuto un bonus: al massimo 958 euro l’anno che equivalgono a 80 euro al mese.
Più nel dettaglio, uno stipendio annuo di 10 mila euro avrà un beneficio di 481 euro annui (40 euro al mese).
Chi guadagna 13 mila euro l’anno sale a 625 euro l’anno (52 euro al mese). Chi arriva a uno stipendio di 18 mila euro l’anno avrà un beneficio di 784 euro annui (65 euro al mese). Dai 22 ai 35 mila euro, il nuovo meccanismo porterà a un aumento in busta paga di 1.000 euro annui (83 euro al mese).
Dai 36 mila euro di reddito c’è un progressivo calo (l’aumento in busta paga è di 913 euro annui per i redditi di 36 mila euro, di 800 euro per i 37 mila, di 686 per i 38 mila con cali progressivi fino ad arrivare a 5,45 euro annui per i 44 mila euro). Per i redditi più alti invece non ci sarà alcun beneficio.
Riproduzione riservata © il Nord Est