Maturità, dietrofront sulle regole: il ministero corre ai ripari, ecco le novità
Si potrà essere ammessi con voti sotto il 6 dopo l’allarme dei presidi. L’ordinanza inviata lunedì negava la possibilità di accedere all’esame con un’insufficienza

L’ordinanza che detta i nuovi requisiti per l’ammissione degli studenti all’esame di Stato è già stata emendata. In una manciata di giorni il Ministero dell’Istruzione è corso ai ripari per evitare di esporre le scuole a possibili ricorsi. Il documento sottoscritto dal ministro, Giuseppe Valditara, trasmesso lunedì scorso alle scuole superiori, escludeva dalla prova gli allievi con una sola insufficienza e, quindi, favoriva possibili contenziosi.
L’ordinanza, in effetti, non consentiva più, così come previsto dal decreto legislativo 62/2017, ai Consigli di classe di motivare l’ammissione alle prove di Maturità degli studenti con un unico sei mancato. Il contrasto normativo era troppo evidente per evitare all’Associazione nazionale presidi (Anp) di segnalarlo al ministero, il quale ha immediatamente “emendato” l’ordinanza.
Nella lettera di chiarimenti inviata giovedì scorso alle scuole, il direttore generale Antonella Tozza dispone, infatti, «che soltanto in caso di votazione inferiore a sei decimi in una disciplina o in un gruppo di discipline, il Consiglio di classe possa deliberare, con adeguata motivazione, l’ammissione all’esame conclusivo del secondo ciclo».
Rimane invariato, invece, l’obbligo del sei di condotta visto che, da quest’anno, con un cinque in comportamento si chiudono le porte di accesso all’esame.
Intervento provvidenziale dell’Anp
Anche nelle scuole del Nord Est, le migliaia di studenti coinvolti – sono 9.806 solo in Friuli Venezia Giulia – hanno tirato un sospiro di sollievo perché, in assenza di chiarimenti, molti di loro avrebbero dovuto rivedere i piani di studio per arrivare preparati il prossimo 18 giugno, alle 8.30, alla prima prova scritta.
«Il vero punto critico dell’ordinanza del ministro riguardava le modalità di ammissione all’esame» conferma il presidente dell’Anp Friuli Venezia Giulia, Luca Gervasutti, nel definire «provvidenziale» l’intervento dell’Associazione che ha consentito al ministero di chiarire e integrare i requisiti.
Nessuna modifica rispetto al 2024
«A questo punto, rispetto allo scorso anno, nulla cambia. Modificare le regole a due mesi dalla fine dell’anno scolastico ci avrebbe esposto a possibili contenziosi». A Gervasutti si unisce il presidente dell’Anp Veneto, Armando Tivelli, secondo il quale «un’ordinanza non può modificare una norma di legge» e il chiarimento ministeriale lo conferma.
L’ordinanza e il ruolo dei Consigli di classe
Autorizzando l’ammissione all’esame dei maturandi con una insufficienza, l’ordinanza riabilita i Consigli di classe a decidere in tal senso: «Quasi ogni anno, in sede di scrutinio, i Consigli di classe ammettono studenti con una insufficienza, motivandone la scelta» insiste Gervasutti, secondo il quale, in assenza del chiarimento, gli stessi Consigli sarebbero stati costretti a «trasformare d’ufficio i cinque in sei».
Nel caso di voto migliorativo, infatti, il rischio contenziosi si sarebbe annullato. Pure Tivelli ritiene «inderogabile» il decreto legislativo 62. I rappresentanti dell’Anp del Nord-Est si dicono soddisfatti del risultato ottenuto.
Il voto di condotta
L’altra novità introdotta dall’ordinanza ministeriale è il voto di condotta che per un candidato all’esame di Stato non può essere inferiore a sei. Con un cinque in comportamento lo studente non viene considerato idoneo e, a quel punto, per ottenere il diploma dovrà ripetere l’anno.
Neppure il sei però è sufficiente. In quel caso, recita l’ordinanza, «il Consiglio di classe assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell’esame». Il Consiglio di classe deve definire la tematica nel corso dello scrutinio finale e comunicarlo allo studente, unitamente ad altre indicazioni utili, entro il giorno successivo allo scrutinio, attraverso l’area riservata del registro elettronico.
I paletti determinati dal voto di condotta non preoccupano i dirigenti scolastici proprio perché «si tratta di situazioni sporadiche». Nelle nostre scuole sono pochi gli studenti con cinque o sei in comportamento che rischiano la non ammissione all’esame o di dover discutere un elaborato», assicura Gervasutti citando la casistica del liceo classico Stellini di Udine, dove, sotto la sua direzione pluriennale, non è stato sospeso alcun allievo.
A differenza di quanto avviene in altre regioni, in Friuli Venezia Giulia gli studenti non sono coinvolti in alcuna raccolta di firme contro le conseguenze del voto di condotta per l’ammissione.
Gli altri requisiti per l’ammissione all’esame
Oltre alla sufficienza in tutte le materie, voto di condotta compreso, gli allievi delle classi quinte per essere ammessi all’esame devono aver frequentato tre quarti del monte ore annuale della didattica, sostenuto le prove Invalsi e svolto i percorsi per le competenze e l’orientamento (Pcto).
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