Dove mettere a riparo i risparmi? A Nordest gli over 60 scelgono i fondi comuni, i giovani preferiscono i piani mensili

L’età media dei sottoscrittori resta molto alta, come la media nazionale: i ragazzi tendono a investire attraverso i Pac. Tutti i dati nel dettaglio regione per regione

In Veneto e in Fvg i fondi comuni sono più diffusi rispetto alla media italiana
In Veneto e in Fvg i fondi comuni sono più diffusi rispetto alla media italiana

Oltre un quinto dei cittadini del Triveneto investe in fondi comuni, una quota più elevata della media italiana, con il numero di donne che scelgono soluzioni di risparmio gestito quasi pari a quello degli uomini a livello nazionale e addirittura superiore nella provincia di Trieste.

Sono alcuni degli elementi che emergono da una ricerca realizzata da Assogestioni, l'associazione delle società che in Italia propongono fondi comuni, con un'estrazione territoriale ad hoc per il gruppo Nord Est Multimedia, che pubblica il nostro giornale e altri cinque quotidiani del Nord Est.

Dall'analisi emerge che in Veneto gli investitori in fondi comuni sono il 24% dei residenti, mentre in Friuli-Venezia Giulia il 21,7% contro il 18,8% della media nazionale.

«Il dato complessivo italiano è zavorrato dalla situazione nel Mezzogiorno, dove quasi il 70% del patrimonio liquido è focalizzato su depositi e conti correnti», racconta Riccardo Morassut, senior research analyst dell'ufficio studi di Assogestioni, originario di Pordenone.

Un atteggiamento, quest'ultimo, che rischia di essere fortemente penalizzante, considerato che l'inflazione tende a erodere il potere d'acquisto del denaro lasciato su strumenti improduttivi.

Di contro, il dato nordestino sta a indicare un buon livello di cultura finanziaria diffusa nel territorio, che si tramuta nella capacità di difendere il potere d'acquisto a fronte dell'inflazione, che negli ultimi mesi ha concesso una boccata d'ossigeno, ma dopo due anni di corsa.

Complessivamente sono 11,1 milioni gli italiani che investono in fondi, con una quota pro-capite di 49 mila euro di risparmi investiti in fondi comuni.

 

 

Su questo fronte Veneto e Friuli Venezia Giulia sono però più indietro. Nel primo caso, la media regionale è di 46.224 euro, con Verona la più ricca ben oltre i 52 mila euro per risparmiatore, mentre Rovigo arranca poco sopra quota 36 mila.

Anche in Fvg ci sono profonde differenze a livello provinciale, con Trieste a oltre 53 mila euro a testa e Pordenone a 40 mila. Numeri sui quali incidono le disponibilità economiche dei singoli territori, spiegano da Assogestioni, ma anche l'eventuale allocazione di denaro su altre tipologie di investimenti finanziari, dalle azioni alle obbligazioni, passando per gli Etf (fondi passivi che replicano pedissequamente l'andamento del paniere di titoli sottostanti).
 

 

Meno donne di uomini

Il valore investito dai privati in fondi ha raggiunto nel 2023 quota 546 miliardi di euro a livello nazionale, in crescita dai 520 miliardi del 2022, con le due regioni nordestine rispettivamente a 53,7 miliardi per il Veneto e a 11,4 miliardi di euro per il Friuli Venezia Giulia, con un'incidenza sul totale nazionale superiore in entrambi i casi rispetto alla proporzione degli abitanti.
Anche questo un segnale del diffuso benessere del territorio, per quanto non mancino situazioni di criticità.

 


A livello nazionale le donne costituiscono il 47% del totale dei risparmiatori in fondi contro il 53% degli uomini, proporzioni che trovano conferma in Fvg, con l'eccezione di Trieste dove le investitrici sono il 51% del totale: «Un diverso equilibrio che potrebbe trovare spiegazione nel fatto che la provincia giuliana ha un'età media avanzata, con le donne che mediamente vivono più degli uomini», spiega Morassut.

 

In Veneto le investitrici si fermano al 45% del totale, un'incidenza comunque elevata, considerando che in molte coppie sono ancora gli uomini a occuparsi di investimenti.

L'età media nazionale dei sottoscrittori è di 61 anni a livello nazionale e in Veneto (63 in Fvg per le già citate questioni anagrafiche), con la generazione dei boomers che pesa per il 41% del totale.
Questi dati non sorprendono, se si considera che nel nostro Paese buona parte dei patrimoni privati è in mano alle persone avanti con gli anni e che si crea poca nuova ricchezza, a differenza ad esempio di economie come quella statunitense in cui c'è un fiorire di nuove imprese che raggiungono in pochi anni dimensioni ragguardevoli.
 

Il peso delle obbligazioni

Tornando allo studio di Assogestioni, l'approccio all'investimento in fondi da parte dei giovani è caratterizzato da una forte propensione verso i Pac (piani di accumulo del capitale), che prevedono investimenti periodici della medesima entità, a prescindere dall'andamento del mercato.
«Si tratta di una modalità efficiente, che aiuta l'investitore a risparmiare ed elimina il rischio che si investa tutto il patrimonio sui massimi del ciclo», osserva l'esperto. Nelle fasce più mature di popolazione i Pac sono in netta minoranza rispetto ai versamenti unici.
Infine l'analisi dei gestori patrimoniali offre uno spaccato dell'asset mix di portafoglio. Tanto a livello nazionale, quanto nelle due regioni, le obbligazioni rivestono il peso maggiore nei portafogli (intorno a un terzo), con le azioni a un quarto, fondi bilanciati e flessibili a seguire.

Pesi che andranno testati alla luce degli attesi tagli dei tassi per i prossimi trimestri, che inevitabilmente ridurranno l'appeal delle nuove sottoscrizioni obbligazionarie.


GLOSSARIO

  • Fondo bilanciato: «Un fondo bilanciato è un organismo di investimento collettivo del Risparmio (OICR) che raccoglie risorse dal pubblico dei risparmiatori, attraverso l'emissione di quote, e le investe come un unico patrimonio. I fondi bilanciati si distinguono per il fatto che il loro patrimonio può essere investito sia in titoli azionari che in titoli obbligazionari, in diverse percentuali»
     
  • Fondo flessibile: "Un fondo comune d'investimento aperto è un OICR (organismo di investimento collettivo del risparmio) che raccoglie risorse dal pubblico dei risparmiatori, attraverso l'emissione di quote, e le investe come un unico patrimonio.

    I fondi flessibili si distinguono per il fatto che non hanno alcun vincolo in materia di asset allocation (cioè il processo con il quale si decide in che modo distribuire le risorse fra diversi i possibili investimenti) e non si caratterizzano per alcuno specifico fattore di rischio (geografico, settoriale, valutario, ecc...).

    Per i fondi flessibili non è prevista l'indicazione del parametro oggettivo di riferimento (benchmark, utilizzato per verificare i risultati della gestione, nonché come parametro per impostare le tecniche di gestione finanziaria dei portafogli)»

    Fondo comune. «I fondi comuni sono strumenti di investimento, gestiti dalle società di gestione del risparmio (Sgr) che riuniscono le somme di più risparmiatori e le investono, come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, titoli di stato, ecc.) o in immobili, rispettando regole volte a ridurre i rischi»

     
  • Le obbligazioni «sono un titolo di credito che rappresenta frazioni di uguale valore nominale e pari diritti di un'unica operazione di finanziamento. Se sei sottoscrittore o possessore di un’obbligazione diventi creditore della società emittente, cioè hai diritto alla restituzione della somma investita che la società è obbligata a rimborsarti alla scadenza prefissata. Sottoscrivendo un’obbligazione fai un prestito alla società emittente che si impegna a restituirtelo alla scadenza fissata e a pagarti un interesse (cedola). In pratica è come se facessi un prestito che ti viene restituito con gli interessi»

     
  • Il Pac. Si tratta del Piano di accumulo del Capitale, è una modalità di investimento che prevede l’acquisto periodico di strumenti finanziari tramite il versamento dei propri risparmi, per far crescere il capitale in maniera graduale nel tempo".

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