Itinerari del gusto: in Friuli, dove i prodotti del territorio sono valorizzati da strategie ad hoc
I dati parlano chiaro. Il settore vitivinicolo italiano ha fatturato nel 2021 - anno segnato dalla pandemia - oltre 12 miliardi di euro. Una cifra pari a circa lo 0,68% del Pil. E ha esportato per un controvalore di 7,2 miliardi, pari a circa il 60% del totale. Insomma, un bel recupero per il nostro vino dopo la sofferenza patita nel 2020 a causa dell’emergenza sanitaria. È quanto emerge da un’analisi condotta dalla Coldiretti su dati Istat in occasione di Vinitaly 2022, salone internazionale del vino tornato in presenza dopo due anni di stop forzato. Ma i bilanci portano a riflettere oltre al quadro economico. I lunghi periodi di lockdown hanno infatti paralizzato il settore Ho.Re.Ca. favorendo così la crescita di canali di acquisto e-commerce e digitale. Non solo. L’elevato tasso di concorrenza e l’aumento dei costi hanno inoltre evidenziato la necessità di un cambio di marcia da parte delle Aziende.
Per ripartire, anche i marchi d’eccellenza della cultura vitivinicola friulana necessitano di perseguire con determinazione direttrici strategiche. Su tutte: brand identity - con l’ausilio di strategie di marketing appropriate – e digitalizzazione dei processi (in particolare quelli di vendita, comunicazione e gestione dei Clienti). Ne sono convinti in D&Co. Hub di consulenza in marketing strategico e comunicazione integrata di Pordenone. Fra le aziende vitivinicole rappresentate, Pitars è una delle prime ad avere compreso l’importanza di affidarsi a strategie di marketing e comunicazione per valorizzare in modo appropriato brand e terroir. Anche perché ogni calice del suo vino custodisce un patrimonio culturale irripetibile, che vale la pena di essere raccontato al meglio. L’identità di Pitars è, infatti, legata al fiume Tagliamento, ultimo grande corso d’acqua europeo ad avere mantenuto nei secoli l’aspetto originario. Candidato a riserva Mab Unesco il fiume, che per Pier Paolo Pasolini era di “una bianchezza abbacinante”, rappresenta l’anima del Friuli Venezia Giulia. E proprio a San Martino al Tagliamento, comune che ospitò lo scrittore veneto-friulano Ippolito Nievo, affonda le proprie radici la famiglia Pittaro, fondatrice di Pitars.
Nei primi anni del ‘900 scelse le terre delle Grave del Friuli per impiantare i propri vigneti e avviare un’azienda vinicola moderna: la Cantina San Martino poi diventata Pitars. Decise di puntare sulla produzione di bianchi fermi, proprio per sfruttare al meglio le caratteristiche del territorio tutelato dalla Denominazione d’Origine Controllata Friuli Grave. I 160 ettari di vigneti della Cantina Pitars si trovano nell’ambiente protetto del Parco Fluviale, tra San Martino al Tagliamento, Rivolto e Passariano, proprio accanto alla magnifica Villa Manin. Si tratta di un anfiteatro morenico, risultato del deposito di ciottoli, ghiaia, sabbia portati a valle dal Tagliamento, in un lavoro incessante che dura da millenni.
Un ecosistema complesso e fragile, che la famiglia Pittaro salvaguarda attraverso scelte produttive volte a ridurre al minimo l’impatto ambientale (anche l’edificio cuore dell’accoglienza dell’Azienda, inaugurato nel 2007, è il primo in Friuli integralmente progettato in bioedilizia). È da questo terroir unico che nascono i vini dalla personalità spiccata Pitars. Premiati dai più importanti concorsi enologici nazionali e internazionali, esprimono al meglio le caratteristiche di mineralità e freschezza del territorio. E ancora: dal Fiume Tagliamento è nata l’idea di dare vita all’esclusivo vino Cuntrevìnt. A tiratura limitata (di 700 bottiglie numerate), è una selezione estrema di uve di Sauvignon coltivate sulle sponde del grande corso d’acqua e accompagnato da un progetto di marketing e comunicazione studiata ad hoc in collaborazione con D&Co. per divulgare l’unicità del brand e del territorio. Ecco perché l’etichetta riporta proprio il percorso del fiume e i bordi dell’etichetta nascondono una sovra etichetta bianca che, strappata, rivela il Tagliamento stilizzato.
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