A Pola Villa Idola versa nel degrado: con questo bene il governo croato risarcì la chiesa
L’immobile, costruito a Pola nel 1914 e già residenza estiva
di aristocratici, venne donato da Zagabria alla Diocesi nel 2017

POLA Aumenta di giorno in giorno il degrado di Villa Idola, a Pola, uno dei più begli edifici lasciati in eredità dal potere austroungarico, residenza di villeggiatura per l'aristocrazia dell'epoca oggi in abbandono a causa della noncuranza e della trascuratezza della Chiesa, che nel 2017 l'aveva ricevuta in dono dallo Stato croato.
Il valore dell’immobile in quell’anno era stato stimato in 2,7 milioni di euro. All'epoca la Diocesi istriana aveva annunciato che sarebbe stato finalmente concretizzato il pluridecennale progetto di trasferire la sede centrale del Vescovado da Parenzo a Pola, così da avvicinarla a un numero maggiore di fedeli. Invece niente è stato fatto. E intanto i vandali hanno portato via tutto quanto si poteva, danneggiando irrimediabilmente parte di quanto è rimasto. L'immagine è desolante: la vegetazione spontanea sta avanzando dappertutto, chi si avventura nell'interno della proprietà rischia di inciampare in rifiuti e sporcizia di ogni genere.
Interpellata dalla stampa locale sul motivo per il quale Villa Idola non venga recuperata a sede del Vescovado come annunciato, la Diocesi si limita a rispondere che «si procederà al restauro il prima possibile», senza dare ulteriori informazioni.
Ma in che modo Villa Idola è finita nelle mani della Chiesa piuttosto che dell’amministrazione cittadina, che l’aveva reclamata a più riprese sottolineando a Zagabria come potesse essere impiegata per necessità di carattere sociale? Il governo croato aveva voluto donare l’immobile e la estesa proprietà che lo circonda alla Chiesa quale atto di risarcimento per i beni che il regime comunista le aveva sottratto al termine della Seconda guerra mondiale. E l'atto di donazione era stato firmato in pompa magna dal premier croato Andrej Plenković e dall'allora vescovo della Diocesi di Parenzo – Pola Drazen Kutlesa. Da allora però, appunto, nulla è accaduto.
I libri di storia locale raccontano che la villa, costruita nel 1914, fu dimora della principessa Eleonora Maria, primogenita dell'arciduca Karl Stephan von Habsburg-Lothtingen. L'architetto che l'aveva progettata era Josef Heininger di Pola. Tutto attorno si estendevano 13 ettari di terreni coltivati.
Dalla Grande guerra Vienna l'Austria-Ungheria uscì sconfitta, per cui la villa finì per essere svenduta. Ad acquistarla fu Antonio Crljenica di Marzana, proprietario di una miniera, che vi visse per una trentina d'anni. Alla fine degli anni Quaranta Villa Idola venne nazionalizzata e per i successivi sessant’anni fu utilizzata come casa di riposo e casa di cura psichiatrica. Visto però che la sua manutenzione cominciava a diventare sempre più costosa, nel 2011 l’edificio venne completamente abbandonato. L'amministrazione cittadina quindi si fece avanti richiedendone la proprietà, ma senza esito. Il resto, appunto, con la donazione alla Chiesa da parte di Zagabria, è storia recente, con molti degli elementi architettonici dell’immobile che stanno scomparendo, mimetizzati e nascosti da fronde, edera e sterpaglia.
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