Finisce la parabola del re Mida austriaco: arrestato Benko, ricercato in 4 paesi
È indagato per il crac del gruppo immobiliare da lui fondato. ll suo patrimonio nell'estate 2023 ammontava a 5,5 miliardi
È stato arrestato su ordine delle autorità austriache nella sua villa ad Innsbruck il magnate René Benko, che si trova al centro del crac miliardario del suo gruppo Signa che operava in tutta Europa.
Finisce, per il momento, così la parabola vertiginosa del giovane re Mida, celebrato e corteggiato fino a poco tempo fa dal mondo economico e politico internazionale.
Il provvedimento restrittivo non riguarda direttamente l'inchiesta della Procura di Trento, che poche settimane fa aveva chiesto il suo fermo, ma nel mandato d'arresto la Procura anti-corruzione di Vienna (Wksta) cita, tra l'altro, la Villa Eden Gardone che l'austriaco avrebbe venduto, senza un adeguato corrispettivo, a una società di investimento lussemburghese. Il tycoon 47enne è indagato in quattro paesi.
Trento aveva chiesto il suo arresto, ma Innsbruck aveva rifiutato tale provvedimento. Il tirolese è stato arrestato, tra l'altro per il sospetto di aver deviato parte della massa fallimentare. In Austria sono in corso diversi procedimenti con vari filoni. In Germania, invece, è ricercato per l'insolvenza del famoso e storico centro commerciale KaDeWe. Fino a poco più di un anno fa l'ascesa di Benko sembrava inarrestabile.
Il profilo
Nasce a Innsbruck nel 1977 in un ambiente di piccola borghesia (il padre impiegato comunale, la madre educatrice), a 17 anni lascia la scuola e intraprende i primi passi nel settore immobiliare. Fa i suoi primi soldi trasformando soffitte in attici di lusso.
Nella sua Innsbruck abbatte e ricostruisce il centro commerciale Tyrol. Nel 2004 nasce il fondo immobiliare Signa:01 Property Fund per il quale cerca e trova investitori. Il patrimonio del tirolese continua ad aumentare.
Nel 2014 compra la famosa catena tedesca di negozi Karstadt, che si trova in forte difficoltà economiche. Nel 2019 acquisisce assieme alla Rfr Holding il Chrysler Building a New York. Nel suo portafoglio immobiliare entra anche il famoso Hotel Bauer a Venezia. Investe anche in realtà minori, come nell'aeroporto di Bolzano. Il patrimonio dell'austriaco nell'estate 2023 ammontava a 5,5 miliardi di euro. Poi la caduta del re Mida dei nostri tempi. L'ultimo capitolo è stato scritto con il suo arresto, avvenuto per il rischio di inquinamento di prove e per il pericolo di reiterazione. Avrebbe falsificato una fattura e tentato di nascondere beni.
Gli affari a Venezia e a Nord Est
A Venezia e nel Veneto, il nome dell’immobiliarista René Benko è strettamente legato a quello dell’hotel Bauer, cinque stelle sul Canal Grande preso nel maggio del 2020 con un importante progetto di ristrutturazione e rilancio. A distanza di quattro anni, nel naufragio del gruppo Signa, neppure si aveva certezza di chi fosse, l’hotel. Perché era stato venduto al fondo americano King Street attraverso la lussemburghese Sps Fünfundsechzig, la stessa con cui lo controllava Signa, ma la società era gravata un pegno a favore di un family office del Golfo che aveva concesso un finanziamento al gruppo austriaco, mentre correva voce di una cessione al gruppo svizzero-tedesco Schoeller.
Ginepraio risolto da King Street che in poco tempo ha rimesso l’hotel sul mercato e rivenduto a Mohari Hospitality, società dell’ex co-fondatore di PokersStars Mark Scheinberg che ha sborsato 300 milioni di euro, superando la concorrenza del gruppo Lvmh, interessato alla struttura.
Ma se sulla proprietà si è messo un punto fermo, sul futuro dei lavoratori (in cassa integrazione) rimasti ci sono ancora incertezze.
Benko aveva allungato le sue mire anche sul Trentino, oltre che sull’Alto Adige, in operazioni finite nel mirino degli investigatori. Tra le accuse che lo hanno portato in carcere in Austria c’è anche la vendita una società di investimento lussemburghese e la relativa villa sul Lago di Garda, Villa Eden Gardone, alla fondazione Ingbe del Liechtenstein, senza un corrispettivo sufficiente.
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