L’ombra dell’Is sull’attacco a Villach: la bandiera dell’attentatore e la sua formazione su Tiktok
Il 23enne arrestato si era radicalizzato online. Proclamati sette giorni di lutto, il racconto del rider-eroe: «Ho pensato ai miei figli»
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Villaco è sotto choc, dopo l’accoltellamento di sabato, in cui un ragazzo di 14 anni è rimasto ucciso e altre 5 persone ferite, alcune in modo grave. Ormai è certo: si è trattato di un attentato di matrice islamica, anche se l’attentatore ha agito da solo, senza complici e senza collegamenti con la rete terroristica dello Stato islamico.
Nella sua abitazione, a Villaco, è stata trovata una bandiera dell’Is appesa alla parete. Secondo alcune testimonianze, al momento dell’arresto avrebbe gridato «Allah akbar» e, rivolgendosi ai poliziotti con un ghigno di scherno, avrebbe mostrato il dito indice, interpretato come saluto dell’Islam.
Bandiera e social
L’attentatore è stato identificato per Ahmad G., siriano di 23 anni, con permesso di soggiorno come rifugiato. Sabato pomeriggio, poco prima delle 16, si è lanciato tra la folla a passeggio nella Hauptplatz, la piazza principale di Villaco, colpendo a caso con un coltello a serramanico, con lama di 10 centimetri.
L’episodio è avvenuto proprio all’inizio della piazza, dal lato rivolto verso il ponte sulla Drava. Nella sua abitazione non sono state trovate armi. Solo la bandiera dell’Is. Fino al giorno prima era uno sconosciuto per la polizia. Non aveva commesso reati, né si era fatto notare per comportamenti aggressivi. La sua radicalizzazione sarebbe avvenuta solo di recente, in tempi brevissimi, seguendo un influencer dello Stato islamico su TikTok.
Il rider eroe
Se Ahmad G. non ha fatto altre vittime ed è stato subito arrestato (la polizia parla di 7 minuti tra la telefonata di allarme e lo scatto delle manette ai suoi polsi) lo si deve alla prontezza di spirito di un suo connazionale, che proprio in quei frangenti stava scendendo in auto dal ponte, diretto nella Ledergasse, la prima laterale sulla destra della Hauptplatz.
Si tratta di Allaaeddin Alhalabi, di 42 anni, che fa il rider per Foodora, azienda che gestisce servizi di consegna di cibi a domicilio. Alhalabi ha notato due persone ferite all’inizio della Hauptplatz e tanto sangue sul lastricato. Ha visto il giovane siriano che brandiva il coltello.
«In quel momento – ha dichiarato alla Kleine Zeitung – non ci ho pensato due volte. Semplicemente mi sono lanciato con l’auto su di lui per fermarlo». In questo modo è riuscito a bloccarlo e a impedirgli di ferire altre persone. «Al momento – ha dichiarato in una conferenza il responsabile stampa della Direzione di Polizia del Land, Rainer Dionisio – possiamo dire che l’intervento del rider ha fatto sì che l’arresto dell’accoltellatore potesse avvenire così in fretta». Alhalabi è diventato l’”eroe del giorno” a Villaco.
«Ho pensato molto ai miei bambini, vedendo il ragazzo che giaceva a terra. Anche lui aveva genitori, un padre e una madre».
Ora però è preoccupato: «Temo che le persone pensino male di noi siriani, ma noi non siamo così. Questo (l’accoltellatore, ndr) è solo uno delle migliaia di siriani che vivono in Austria». Quanto al titolo di “eroe” che gli è stato attribuito dai giornali, si schermisce: «Sono sicuro che chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso».
Le reazioni politiche
L’aggressione di sabato ha suscitato vivaci reazioni a livello politico. Gli esponenti di tutti i partiti hanno condannato l’episodio, ma hanno anche chiesto drastiche misure nei confronti dei migranti.
Citiamo, uno per tutti, il governatore della Carinzia, Peter Kaiser: «Chi vive in Carinzia, in Austria, deve rispettarne le leggi e adeguarsi alle nostre regole e ai nostri valori. Chi non lo fa, deve subirne le conseguenze: il processo, il carcere, l’espulsione».
Il non detto in tutti i messaggi è la preoccupazione che l’episodio di sabato, come l’attentato di Monaco di qualche giorno fa, accresca i consensi per l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, che ha fatto del blocco all’immigrazione una sua bandiera. Misure severe sono state annunciate dal ministro degli Interni, Gerhard Karner, che ieri ha partecipato a una conferenza stampa. Il ministro ha parlato di controlli di massa tra gli immigrati, a prescindere da episodi di violenza o di sospetta adesione all’Is.
Il lutto della città
Mentre le indagini sono ancora in corso, Villaco è in lutto. «La città ha perso la sua innocenza», ha dichiarato il sindaco Günther Albel, socialdemocratico, annunciando una settimana di lutto cittadino. Villaco in questi giorni è la “capitale del Carnevale” dell’Austria, ma il dramma di sabato ha cancellato ogni desiderio di far festa. Le bandiere sono state ammainate dai pennoni del ponte sulla Drava e al loro posto è stato issato un solo stendardo nero.
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