Il ministero dei Trasporti sul via libera della Croazia alle barche senza targa: «Passo avanti rilevante»

Roma conferma l’impegno a «lavorare per favorire la mobilità internazionale via mare». Tutti concordi, dalle istituzioni ai club attivi nel golfo, sull’opportunità di snellire la burocrazia

Roberta Mantini
Barche di fronte alla città di Rovigno, in Croazia
Barche di fronte alla città di Rovigno, in Croazia

Sollievo, prima di tutto. La notizia che il ministero del Mare croato sta accogliendo la soluzione proposta nel ddl “Made in Italy”, ovvero l’Attestazione per natanti da diporto italiani per il rilascio della vignetta annuale utile a libera navigazione e attracco nelle acque territoriali croate, è rimbalzata tra le banchine e sui tavoli politici. Generando reazioni favorevoli.

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La redazione
Alcune barche in Sacchetta a Trieste (Lasorte)

Il ministero

I tanti proprietari dei natanti auspicano sia la volta buona per risolvere una questione che si trascina da tempo. Dal ministero dei Trasporti, che insieme al dicastero del Made in Italy ha scritto le disposizioni del “pacchetto nautica” all’interno del ddl, trapela come «il riconoscimento sia stato accolto in modo positivo, un passo importante per semplificare la navigazione dei nostri diportisti, assicurando loro maggiore certezza e fluidità nei rapporti con le autorità marittime estere».

Dal ministero sottolineano anche che «la nautica da diporto rappresenta un settore strategico per l’Italia, sia in termini economici che culturali, ed è nostro impegno lavorare per favorire la mobilità internazionale delle nostre imbarcazioni, eliminando inutili ostacoli burocratici».

I numeri

Questa opportunità avrà un impatto la cui portata potenziale può essere valutata anche solo ragionando sui numeri complessivi del settore in regione. Attualmente infatti la zona costiera del Friuli Venezia Giulia conta 15.562 posti barca e 25 marina, che garantiscono lavoro a oltre 2 mila addetti. È chiaro che in larga misura sono presenti imbarcazioni sotto i dieci metri di lunghezza. «La Regione – osserva l’assessore regionale alle Attività produttive e al Turismo, Sergio Emidio Bini, rivendicando quanto fatto recentemente – ha ritenuto strategico rafforzare questa vocazione, attraverso una nuova legge dedicata al settore della nautica, entrata in vigore il 1° gennaio e con una dotazione di 2,7 milioni di euro per il biennio».

«È un unicum in Italia, prevede linee contributive dedicate alla nautica da diporto e in particolare all’innovazione di porti turistici, darsene, marine e ormeggi nautici, nonché destinate agli eventi e manifestazioni per la promozione del settore. La Regione si gioca questa importante “carta” per rafforzare la competitività e l’offerta turistica della nostra costa, che per qualità dei servizi e ricchezza dell’entroterra non teme concorrenza». Un invito implicito, quest’ultimo, a scegliere il Fvg piuttosto che altre mete.

Le altre reazioni

La firma del decreto del ministero del Mare croato è attesa a breve, la sta aspettando anche il presidente di Assonautica Trieste Antonio Paoletti. «Non ho ancora ricevuto comunicazioni ufficiali in merito all’accettazione del ministero del Mare croato dell’Attestazione per natanti da diporto italiani e relativa al rilascio della vignetta per la navigazione nelle acque territoriali croate». Paoletti prosegue poi: «La maggioranza delle barche ormeggiate sulle coste del Friuli Venezia Giulia è sotto i 10 metri, e i proprietari si spostavano in Croazia per fare un semplice weekend o per le vacanze».

Per il presidente della Lega navale italiana, sezione di Trieste, Roberto Benedetti, il provvedimento è una novità confortante perché «consente la libera circolazione in Croazia ai diportisti italiani e salvaguarda la nautica minore da complesse ed onerose pratiche burocratiche». Benedetti sottolinea come «per condurre un’imbarcazione in sicurezza sia necessario avere competenze che non si acquisiscono con l’apposizione di una targa o di una immatricolazione sullo scafo». Corrado Annis, consigliere nazionale Uvai (Unione vela altura italiana), la definisce «una grande notizia di libertà e che è un po’ un raggio di sole per la nostra nautica, perché permetterà a tante barche di tornare a navigare e a sentire il senso della libertà».

Anche per Roberto Sponza, già direttore di Porto San Rocco, è una novità positiva: «Dà il via ad una nautica più popolare, con tutti i suoi circoli che hanno moltissime barche non immatricolate al loro interno che torneranno a fare crociere verso la Croazia senza pensieri di limiti burocratici o di immatricolazioni non previste dalla normativa italiana».

Il presidente dello Yacht club Adriaco, Nicolò de Manzini, dichiara di essere «molto contento di questa notizia, spero sia un incentivo a riprendere ad andare per mare in Croazia».

Dall’altra parte del golfo, alla Società velica Oscar Cosulich di Monfalcone, il direttore sportivo Manuel Vlacich evidenzia che «la maggior parte dei nostri soci possiede dei natanti sotto i dieci metri e questo aggiornamento significa per loro poter “allargare” i confini di utilizzo delle loro barche». «Questo atto – aggiunge – rappresenta un passo significativo verso la collaborazione internazionale e sarebbe auspicabile che altre nazioni, specialmente quelle confinanti, considerassero misure simili, favorendo un’integrazione marittima che possa portare benefici a tutti i popoli coinvolti».

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