Spunta il nome Fiume sulle tute del Rijeka: così il calcio supera il rifiuto del bilinguismo
Zagabria aveva negato il ripristino del cartello in doppia lingua in città. Doveva essere allestito per la capitale europea della Cultura del 2020
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Dove non poté la politica, poté lo sport, in questo caso il calcio. Giorni fa, il club calcistico fiumano Rijeka, militante nel massimo campionato croato, ha lanciato le nuove tute ufficiali, comprendenti lo storico tricolore fiumano e la scritta Fiume. Una scelta che valorizza la storia della città di San Vito o dell’aquila bicipite.
Si tratta di un comportamento non nuovo alla società guidata da anni dall’imprenditore Damir Mišković, uomo sensibile all’album dei ricordi del massimo rappresentante del calcio a Fiume.
I mancati permessi
In questo contesto, va ricordato che l’amministrazione municipale di centrosinistra, in carica da decenni, si era impegnata a collocare la tabella bilingue Rijeka – Fiume all’ingresso in città in occasione di Fiume Capitale europea della cultura 2020. Non è accaduto nulla in tal senso, con il sindaco socialdemocratico Marko Filipović a giustificarsi: «Non abbiamo ottenuto i permessi delle autorità statali. In cambio, all’edificio dell’asilo in costruzione è stato dato il nome “Fiume”».
Calcio oltre la politica
Il calcio e il tifo hanno superato la politica, promuovendo slogan e striscioni sulla Fiume italiana. È già dagli anni ’80 che i sostenitori del Rijeka urlano a squarciagola Forza Fiume esponendo striscioni e cartelli con le scritte “Siamo soli contro tutti” e anche “Fiume e basta”. Si dirà che è poco rispetto alla storia della città, ma va detto invece che è soprattutto attraverso il tifo che si conservano modi di dire e frasi storiche.
La nuova tuta
La nuova tuta, oltre alla scritta Fiume, espone lo storico vessillo tricolore fiumano, di colore cremisi, oro e indaco e con al centro l’aquila bicipite leopoldina, bandiera che origina nel 1870, quando la città era parte dell’Impero austroungarico. Ad indossare per la prima volta le tute nella conferenza stampa di presentazione della gara contro la zagabrese Dinamo sono stati due montenegrini, l’allenatore Radomir Đalović e lo stopper Stjepan Radeljić, che l’hanno esibita con orgoglio.
Le battaglie per il bilinguismo
Ricordiamo che dopo i reiterati rifiuti giunti dalla capitale croata, cinque anni fa – su proposta di Lista per Fiume – il tricolore fiumano è stato votato dal Consiglio comunale quale bandiera cerimoniale, in barba ai divieti zagabresi. Non possiamo poi dimenticare l’encomiabile battaglia del predetto Mišković, il quale ha sempre dichiarato che l’attuale Rijeka è nato nel 1906 col nome di Club sportivo Olimpia, unitosi nel 1926 al Gloria, fusione che ha dato vita alla Fiumana.
Dopo la seconda guerra mondiale, dalle ceneri della Fiumana è sorta la Quarnero, che nel 1954 ha cambiato il nome in Rijeka, società che anche oggigiorno viene tifata dai connazionali fiumani, abbaziani, lauranesi, chersini, lussignani, da molti istriani e naturalmente dai croati di Fiume e dintorni. —
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