Brazza, il Corno d’Oro sta cambiando forma: petizione dei residenti

A centinaia chiedono di limitare gli ancoraggi nei pressi

della famosa spiaggia. Il Comune: cambiamento climatico

Andrea Marsanich
Come era, come è: la spiaggia oggi e in passato: le foto sono del comune di Bol
Come era, come è: la spiaggia oggi e in passato: le foto sono del comune di Bol

È un’autentica miniera d’oro per la popolazione e l’industria turistica locale, ma purtroppo negli ultimi anni sta smarrendo la sua caratteristica forma, quella che l’ha resa celebre e degna di essere visitata e ammirata. È la spiaggia che prende il nome di Corno d’Oro (Zlatni rat), sull’isola dalmata di Brazza, obiettivo ogni estate – ma anche fuori stagione – di centinaia di comitive e di migliaia di turisti che amano trascorrervi un paio d’ore.

Ormai però se ne sono accorti tutti: il Corno d’Oro, spiaggia composta da ciottoli e sabbia, non ha più le sembianze di una lingua protesa verso il mare, aspetto che la rende una tra le più celebri della Croazia. In questi ultimi mesi il suo aspetto è andato trasformandosi: gran parte del materiale sulla parte inferiore si è spostato da ovest a est. Così com’è, il Corno d’Oro non piace proprio, anche se continua ad attirare nugoli di bagnanti, croati e d’oltreconfine.

I residenti hanno deciso di non starsene con le braccia conserte, promuovendo una petizione - denominata “Salviamo il Corno d’Oro”, che in poche ore ha raccolto oltre 360 firme. L’iniziativa, rivolta alle autorità, si prefigge di tutelare l’amata spiaggia dall’ancoraggio di numerosissime imbarcazioni che hanno lesionato il fondale marino, in primo luogo le praterie di posidonia. Si chiede pertanto che siano istituite apposite aree di ancoraggio, più distanti dalla spiaggia ed ecosostenibili. L’obiettivo è quello di arrivare a pontili galleggianti ai quali legare i natanti senza devastare il fondale. Inoltre si prevede il monitoraggio permanente della zona del Corno d’Oro, per poter individuare rischi e minacce reali, agendo in tempo rapido. «Bisogna che tutti capiscano il pericolo che sta correndo la nostra spiaggia – si legge nella petizione – dobbiamo cominciare a comportarci in modo responsabile, altrimenti la perderemo per sempre».

Ci sono poi pareri differenti sul perché si è arrivati a tanto: se la sindaca di Bol (Comune in cui si trova il Corno d’Oro), Katarina Marčić, è propensa a dare la colpa ai cambiamenti climatici, Domagoj Lažeta dell’istituto pubblico More i krš (che si occupa di quest’area in regime di tutela), punta il dito non solo contro la natura ma anche contro l’uomo. «È sì una questione di venti, maree e correnti marine – spiega – ma secondo me ha inciso anche la costruzione di molte abitazioni, alberghi e infrastrutture che hanno impedito e impediscono l’erosione di sedimenti dalla sovrastante altura Vidova gora, materiale che poi si deposita sul Corno d’Oro. Dobbiamo studiare le misure per contrastare questa situazione- aggiunge Lažeta - e la spiaggia deve restare una meta non solo per bagnanti e diportisti, ma anche per gli amanti del windsurf». Aggiungiamo che la spiaggia è contornata da una rigogliosa pineta, in cui sono presenti i resti di una villa d’epoca romana e un’antica piscina. —

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