Un «cannone sonico» contro i manifestanti : cos’è e perché se ne parla in Serbia

La polizia locale è accusata di aver utilizzato contro la folla un dispositivo che emette onde sonore ad alti decibel: aperta un’inchiesta dal Governo del contestato presidente Vučić. Ecco cosa si sa e quali sono i possibili effetti

Francesco Bercic
La protesta a Belgrado lo scorso sabato
La protesta a Belgrado lo scorso sabato

Si attende entro poche ore, stando a quanto affermato dal presidente serbo Aleksandar Vučić, il responso dell’inchiesta chiamata a indagare su quanto avvenuto lo scorso sabato sera a Belgrado, durante la grande manifestazione contro il governo. 

I manifestanti hanno accusato la polizia di aver utilizzato un “cannone sonico” – detto anche “cannone sonoro” – per disperdere la folla, con conseguenze nocive sulla salute che si sarebbero registrate fin dalle prime ore dopo l’accaduto.

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La redazione
La manifestazione di protesta a Belgrado lo scorso sabato. (Foto Ansa Epa)

Il caso ha presto travalicato i confini del Paese, grazie anche a una petizione online che ha superato le 500 mila firme. La Commissione europea ha chiesto di fare chiarezza.

In attesa di scoprire il risultato dell’inchiesta, sono molti i punti che rimangono al momento oscuri e controversi. Che cos’è e quale tipologia di “cannone sonico” sarebbe stato utilizzato? Esistono dei precedenti? E quali possono essere le conseguenze? Di seguito proviamo a rispondere ad alcune di queste domande.

 

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C’è un video, diventato nel frattempo virale sui social network, che permette di ricostruire almeno a grandi linee quanto accaduto sabato sera a Belgrado. Poco dopo le 19, i manifestanti che rendevano omaggio in silenzio alle vittime della tragedia nella stazione ferroviaria di Novi Sad, sono stati improvvisamente allontanati dalla strada da parte della polizia: nel video si vede la folla fuggire dagli agenti, liberando in pochi secondi la carreggiata in mezzo alle urla.

La fuga è accompagnata da un rumore acuto e ripetuto: chi era presente sul posto ha parlato di un «colpo sonoro di forte intensità», una sorta di «onda» che avrebbe disperso le centinaia di persone.

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Cos’è un “cannone sonico”

A partire da queste testimonianze – unite agli «svenimenti, collassi di persone cadute le une sulle altre, mal di testa, senso di vomito, disorientamento» registrati nelle ore seguenti – si è sollevata l’accusa alla polizia di aver utilizzato un “cannone sonico”. Il nome tecnico di quest’ultimo è Long Range Acoustic Device (Lrad, tradotto anche come “cannone sonoro”). La traduzione italiana tende a enfatizzare il suo utilizzo come arma, ma storicamente il Lrad è nato anche come mezzo acustico di chiamata per trasmettere comandi su lunghe distanze.

Il Lrad è infatti un dispositivo capace di emettere e trasmettere onde sonore, sfruttabili sia in modo del tutto innocuo, sia appunto per disperdere una folla o allontanare gruppi e persone indesiderate, con possibili effetti deleteri. In questo secondo caso, il “cannone sonico” produce una serie di segnali acustici acuti controllati manualmente, tarati su diverse capacità di decibel.

La costituzione dell’arma permette inoltre di direzionare con relativa precisione il raggio di onde, a differenza di quanto avviene, ad esempio, con un megafono: il raggio d’azione va in media dai 300 ai 500 metri.

Quali sono gli effetti

Proprio la capacità di decibel è l’aspetto decisivo per rispondere alle domande di cui sopra. L’efficacia deterrente e soprattutto la pericolosità del “cannone sonico” dipendono dalla potenza del suono emesso: un dato sconosciuto a livello ufficiale –essendo peraltro ancora contestato lo stesso utilizzo dell’arma – nel caso di Belgrado. Altro elemento decisivo è poi la distanza alla quale ci si trova rispetto al “cannone”. Si possono tuttavia fare delle congetture, basandosi su alcuni dati indipendenti da quanto avvenuto in Serbia.

Le versioni militari del “cannone sonico” possono trasmettere suoni fino a un potenziale livello massimo di oltre 160 decibel. Per avere un metro di paragone, ogni suono sopra gli 80 decibel è considerato potenzialmente pericoloso per l’udito, mentre la soglia del dolore fisico è di 120 decibel. La sintomatologia di chi ha lamentato conseguenze dopo l’episodio di Belgrado sarebbe dunque compatibile con un tale spettro di potenza: ma solamente l’accertamento dell’effettiva quantità di decibel dispiegata consentirebbe di trarre conclusioni più precise.

Leggi e proteste

Proprio per i possibili effetti nocivi sulla salute delle persone, negli anni si sono sovrapposte diverse voci di protesta riguardo all’utilizzo del Lrad contro le folle. Il “cannone” è finito al centro di alcuni contenziosi giudiziari negli Stati Uniti (dov’è stato inventato), mentre il quadro normativo cambia a seconda dello Stato.

Nel caso della Serbia e dell’episodio dello scorso sabato, il governo di Aleksandar Vučić ha negato l’utilizzo del Lrad. Il presidente ha accusato attivisti e opposizioni di essersi inventati un caso senza fondamento, per sostenere che «Vučić ha sparato sul suo popolo».

I precedenti in Europa

Fra gli utilizzi del Lrad all’interno dell’Unione europea, spicca come precedente il caso della frontiera di Evros, tra Grecia e Turchia. Secondo quanto riporta il quotidiano Domani, il “cannone sonico” sarebbe stato sfruttato dalla polizia greca per «ostacolare gli attraversamenti di chi non ha risorse (rifugiati, poveri, minoranze sgradite)», in uno dei punti più caldi delle rotte migratorie verso il Vecchio Continente.

Ma la notizia del suo utilizzo, datata al 2021, aveva sollevato immediatamente aspre polemiche: come riporta ancora Domani, l’Unione europea si era «precipitata a negare che alcun cannone sonico sia stato finanziato dalla propria ricerca» e lo stesso governo greco aveva rettificato la posizione iniziale, specificando di «aver autorizzato l’impiego del Lrad, ma non di averlo ancora utilizzato».

Prima di allora, il Lrad era stato sperimentato – ma mai effettivamente impiegato – dalla polizia britannica nel 2012 nell’ambito delle Olimpiadi di Londra, in collaborazione con i Marines statunitensi.

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