Italia-Austria, collegamento interrotto da un anno: danni economici rilevanti per la Carinzia isolata

Il Land oltre confine non può permettersi che la chiusura del passaggio transfrontaliero duri ancora a lungo. Allo studio tre proposte per mettere una “toppa” momentanea al problema

Marco di Blas
Il passo di Monte Croce Carnico segna il confine tra Austria e Italia
Il passo di Monte Croce Carnico segna il confine tra Austria e Italia

Il problema del collegamento di Monte Croce Carnico, interrotto dal dicembre del 2023, coinvolge la Carinzia non meno della nostra regione. Forse persino più della nostra regione. I danni economici per la valle del Gail, dovuti alla chiusura della strada sul versante italiano, sono rilevanti, per alcune aziende vitali.

È questa la ragione per cui il Land Carinzia non può permettersi che l’isolamento del suo mandamento più occidentale duri a lungo. La riapertura della viabilità provvisoria promessa da parte italiana entro dicembre è certamente rassicurante, ma anche a Klagenfurt si è convinti della necessità di una soluzione a lungo termine.

Nel governo del Land è l’assessore alla viabilità, Martin Gruber (del Partito popolare), a occuparsene. Con il suo staff abbiamo potuto fare il punto sulla situazione, per sapere quale sia la posizione attuale del governo del Land.

I progetti per il transito transfrontaliero

Innanzitutto la questione delle proposte sul tappeto: tunnel di base, tunnel in quota, nuovo tracciato alternativo sull’opposto versante della valle. L’assessore Gruber conferma l’intesa con la collega italiana Cristina Amirante per un esame senza pregiudizi delle tre possibilità, per giungere a una soluzione definitiva del transito transfrontaliero. Da parte carinziana non vi è al momento alcuna preferenza. Il che significa, anche, che non vi è alcun ostacolo pregiudiziale nei confronti di una soluzione in galleria, in passato molto contestata.

Come è noto, da aprile è al lavoro un gruppo tecnico, con il compito di valutare i vantaggi e gli svantaggi delle tre proposte. I primi risultati del suo lavoro sono stati presentati da Gruber e Amirante, anche nel corso di un incontro a Roma al Ministero per le infrastrutture. E in quella sede i due assessori hanno convenuto di effettuare uno studio più approfondito di tutte le varianti.

Chi non è d’accordo

In Carinzia, ma anche nel confinante Tirolo Orientale, vi sono forti opposizioni alle soluzioni in galleria. Si teme che un nuovo tunnel venga utilizzato non soltanto dal traffico locale, ma anche da camion e tir, in alternativa al Brennero troppo trafficato e al valico di Tarvisio, con danni per l’ambiente e nessun vantaggio per le comunità della Gailtal. In proposito, dallo staff dell’assessore Gruber viene assicurato che le due ipotesi con tunnel verranno prese in considerazione senza preconcetti, tenendo conto soltanto dei loro risvolti economici e della realizzabilità pratica. Nessun veto, dunque.

I costi

Infine il capitolo costi. Chi pagherà? Per quale quota se ne farà carico la Carinzia? Per ora queste domande rimangono senza risposta, semplicemente perché finora non se n’è discusso. Ma dall’assessorato di Gruber si fa sapere che è chiaro che la Carinzia non potrà farsi carico da sola, quale che sia la quota dei costi a lei spettante. Un’opera del genere non è ipotizzabile senza il sostegno finanziario da Vienna. È quel che dice anche la nostra regione. 

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