Caro vacanze dall’Istria a Ragusa: i croati puntano su altri Paesi

Dopo gli aumenti scattati con l’arrivo dell’euro
Mauro Manzin
Uno scorcio della zona di Dubrovnik Foto croatia.hr
Uno scorcio della zona di Dubrovnik Foto croatia.hr

Tra l’inflazione e il passaggio dalla kuna all’euro con i ben noti aumenti che ne sono derivati, gli aumenti in Croazia non si fermano. Dai beni di prima necessità fino alle vacanze, tra alberghi, appartamenti e anche gelati: una pallina a Spalato non si paga meno di 3 euro. Risultato: i croati non riescono più a permettersi le vacanze in casa propria e perciò scelgono mete estere più economiche come l’Egitto e la Tunisia.

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Uno scorcio del resort inaugurato a Salvore (foto da jutarnji.hr)

Come scrive il quotidiano di Spalato Slobodna Dalmacija, non passa giorno che affittacamere o alberghi non ricevano disdette. Difficile trascorrere l'estate in patria per la famiglia media croata, che quindi sceglie Paesi del Mediterraneo che offrono proposte più convenienti. Si calcola - riporta il quotidiano - che una famiglia di quattro persone pagherebbe in Croazia 1.200 euro per una settimana di vacanza nel mezzo della stagione in alloggi privati, e anche circa 4.000 in alberghi, mentre in Egitto e Tunisia simili offerte vanno dai 280 ai 1400 euro. In un alloggio tutto compreso in questi Paesi, biglietto aereo incluso, si può trascorrere la vacanza per 600-700 euro a persona, mentre in Croazia con la stessa cifra si ottiene la mezza pensione.

Quando si parla di prezzi alti sulla costa croata, poi, il focus è su Ragusa-Dubrovnik, città decisamente in cima alla lista. Il numero uno dell'Ente per il turismo cittadino (Tb), Miro Drašković, afferma che ogni azienda «ha la sua politica commerciale, e Tb non può interferire o avere alcuna influenza. Il prezzo è determinato dal mercato», e spetta a ciascuna azienda determinare le proprie strategie.

Secondo Nino Dubretić, manager di "Direct Booker", «a Dubrovnik, quando si parla di alloggi, credo si possa trovare un prezzo su misura per ogni esigenza. E poi, se non ci sono abbastanza ospiti, il prezzo scende». Dubretić difende comunque le scelte delle aziende e dei prezzi praticati in città: «Non credo che per quanto riguarda gli alloggi siamo una destinazione costosa, soprattutto perché questa località è un marchio. Qualcuno dirà criticamente che non abbiamo nulla. Ma abbiamo un marchio, una riconoscibilità per bellezza, storia, cultura»,

«C'è stato un leggero spaesamento perché i nostri mercati tradizionali, in particolare quelli che afferiscono a Gran Bretagna e Germania, stanno attraversando una certa crisi e un abbassamento degli standard - spiega il presidente della Camera di commercio della contea, Nikolina Trojić - quindi vediamo prenotazioni caute e contenute da quei mercati, ma non ho dubbi sull'esperienza e sull'istinto dei nostri operatori turismo. Alla fine, il più costoso è il letto vuoto, quindi la capacità di posti letto - conclude Troijć - sarà riempita: analizzeremo gli effetti finanziari della stagione 2023 tra un anno».

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