Chiusure a Ferragosto in Croazia: c’è una via d’uscita ma non per tutti

ZAGABRIA Fatta la legge trovato l'inganno, ma più che di un inganno si potrebbe parlare di un’opportunità offerta dalla stessa norma sul commercio entrata in vigore il primo luglio scorso. Ricordiamo che impone pesanti restrizioni all'apertura domenicale e nei giorni festivi, tanto che concede unicamente 16 “finestre” all'anno, a libera scelta degli esercenti o gestori.
Una legge voluta dal governo del premier Plenkovic per «trovare il giusto equilibrio tra vita familiare e il lavoro». Se le grosse catene commerciali l'hanno accettata senza traumi in quanto vi si adeguano senza difficoltà avendo a disposizione tanti punti vendita, altrettanto non si può dire per i piccoli commercianti, artigiani o venditori soprattutto lungo la costa che realizzano un terzo del giro d'affari proprio nei giorni proibiti.
Ed ecco che alla categoria stanno lanciando una ciambella di salvataggio le autonomie locali, ossia le città e comuni. In che modo? Proclamando giorni fieristici le domeniche e i festivi, una possibilità che permette l'attività dei chioschi, delle bancarelle, la vendita ambulante all'aperto quale parte integrante delle manifestazioni fieristiche. Così sarà per la giornata di Ferragosto, ma anche per tutte le domeniche di agosto e di settembre. «Non si tratta di escamotage o di buco nella legge» precisa il vicepremier Branko Bacic «ma di una precisa opportunità offerta dalla dalla norma vigente. Attenzione però agli abusi e alle speculazioni per cui gli ispettori terranno gli occhi aperti». E gli abusi o speculazioni in parola si riferiscono a una precisa limitazione: nei giorni fieristici si possono vendere unicamente i prodotti in linea con il carattere della fiera stessa. Come dire, alla fiera della salsiccia non si possono vendere articoli per la spiaggia o capi di abbigliamento. Intanto c'e' attesa per la risposta della Corte costituzionale alla richiesta di valutazione della conformità della Legge sul commercio con la Costituzione, inoltrata dall' Associazione degli imprenditori che la considera discriminatoria. Questa, si afferma, va a colpire soprattutto i fioristi, negozi di souvenir, panifici, tabaccherie e piccoli negozi. Il premier Andrej Plenkovic mette le mani avanti dicendo che la Legge è ineccepibile per cui supererà il test della Corte costituzionale.
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