Dal Nordafrica fino a Tarvisio, ecco il corridoio per l’idrogeno verde

La rete SouthH2  si snoda lungo 3.300 chilometri: importerà 4 milioni di tonnellate. Il governo ha firmato l’intesa con Austria, Germania, Tunisia e Algeria. Tajani: sostenere le imprese

Cristian Rigo

Mentre l’America di Trump si sfila dall’accordo di Parigi, il trattato che punta a contenere gli effetti della crisi climatica, l’Italia pensa all’idrogeno per proseguire sulla via della transizione energetica.

E il Friuli Venezia Giulia, che già si è impegnato per lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia, patrimonio da valorizzare anche nell’ambito del maxi-progetto transfrontaliero della Valle dell’idrogeno nord-adriatica che coinvolge insieme alla Regione Fvg, anche Slovenia e Croazia e mette insieme aziende, università, istituti scientifici ed enti pubblici, potrebbe svolgere un importante ruolo di snodo.

A villa Madama a Roma è stata infatti sottoscritta la dichiarazione sul Corridoio meridionale dell’idrogeno (South H2) fra Italia, Austria, Germania, Tunisia e Algeria. Un segno tangibile del fatto che il governo italiano intende investire sul progetto che prevede la realizzazione del Corridoio meridionale dell’Idrogeno (SouthH2Corridor) che si snoda lungo 3.300 chilometri di reti dal Nord Africa attraverso Italia, Austria e Germania e sarà chiamato a rifornire i mercati europei.

L’infrastruttura, che dovrà entrare in esercizio entro il 1° gennaio 2030, rappresenta quindi un tassello cruciale per gli obiettivi della transizione energetica nazionale e per la diversificazione delle linee di approvvigionamento della Ue.

L’Italia sarà attraversata dal corridoio che collegherà Mazara del Vallo a Tarvisio consentendo la fornitura di idrogeno rinnovabile a basso costo. La capacità di importazione di idrogeno dal Nord Africa dovrebbe raggiungere i 4 milioni di tonnellate l’anno.

Il progetto prevede la conversione di infrastrutture esistenti per trasportare l’idrogeno e la realizzazione di nuove infrastrutture ove necessario. «Questo accordo per l’idrogeno verde che noi firmiamo con i paesi anche dell’altra sponda del Mediterraneo è un passo che va nella direzione di sostegno alle imprese - ha sottolineato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani -. Fa parte di una strategia per avere un mix energetico che ci possa rendere liberi e ridurre il costo d’energia, che veramente rende le nostre imprese meno competitive. Se i nostri prodotti costano troppo a causa dell’energia, rischiano di non essere competitivi, nonostante la loro straordinaria qualità – ha proseguito Tajani –. Quindi la lotta per abbassare il prezzo d’energia per noi è fondamentale, e credo che il lavoro del ministro Pichetto-Fratin vada nella giusta direzione, anche quando punta sul nucleare».

Non solo. «Anche l’Europa – ha aggiunto il ministro – ha bisogno di un mercato unico dell’energia perché dobbiamo evitare che una concorrenza sleale all’interno dell’Unione Europea possa mettere le nostre imprese in condizioni di non poter competere con le altre».

Secondo Tajani, il gasdotto ha «una valenza non soltanto economica, ma anche politica. Noi abbiamo sempre detto che il Mediterraneo e l’Africa devono rappresentare una priorità per l’Unione Europea e per la Nato. La presenza della Commissione Europea oggi qui dimostra che abbiamo visto giusto. La scelta della presidente von der Leyen di nominare una commissaria al Mediterraneo rappresenta proprio la volontà di Bruxelles di guardare, come richiesto dall’Italia, con grande attenzione a questa parte del mondo».

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